"Spesso il male di vivere ho incontrato, | era il rivo strozzato che gorgoglia, | era l’incartocciarsi della foglia | riarsa, era il cavallo stramazzato".
Questa bella quartina di Montale è rinomata anche per la sua metrica singolare. In anni ormai lontani, infatti, il poeta non s’era ancora arreso all’infamia del «verso libero» (libero da che? ci si immagina un giocatore di carte che voglia liberarsi dalle regole [della briscola, della scopa o del tressette]?) e, come si vede, neppure disdegnava il deprecato uso della rima. Metrica singolare, dicevamo, perché il terzo verso è formalmente un endecasillabo e - con l'aggiunta di parte del quarto - sostanzialmente un alessandrino (ovvero un verso di quattordici sillabe composto, come l’endecasillabo da un quinario ed un settenario, da due settenarii): era l’incartocciarsi della foglia riarsa. Del resto l’alessandrino non è raro né in Montale stesso ("poiché la via percorsa, se mi volgo, è più lunga"), né, per esempio, in Gozzano ("tra bande verdi e gialle d'innumeri ginestre").
Ma sull'alessandrino, detto anche «martelliano», molto ci sarebbe da aggiungere (per il che la Wikipedia è assai esauriente, oltre che stimolante la discussione). Qui preciseremo solo che, degli emistichii che lo compongono, il primo dev'essere un settenario piano. Ciò, affinché l'accento cada sulla tredicesima sillaba; altrimenti sarebbe un alessandrino anche il celeberrimo "Rosa fresca aulentissima ch'apari inver' la state" di Cielo d'Alcamo.
Terminiamo col dire che, morte un po' alla volta le regole del gioco (prima col «verso sciolto [dal vincolo di strofe e rime]», poi col «verso libero [dalla costrizione metrica]»), è morto il gioco.* L'agonia della poesia non manca di qualche sussulto (per restare nell'alessandrino, dall'Ungaretti, pur alessandrino di nascita, del "Si sta come d'autunno sugli alberi le foglie" - vivisezionato in quattro pseudoversi privi di punteggiatura - al Luzi de "I pontili deserti scavalcano le ondate"), certo, ma la prognosi è infausta.

* Regulae deriva da regere, come rex e regina. Tutte cose in via d'estinzione, se si eccettua qualche basilisco (animale favoloso, che trae il suo nome dal basilèus - "re", appunto - greco) di quando in quando apparente qua e là. Così la rettitudine. E così le regole femminili.

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A mo' di postilla, è bene precisare che l'alessandrino, più che un verso di quattordici sillabe, è un verso la cui ultima sillaba accentata è la tredicesima. Inoltre non si compone necessariamente di un doppio settenario, perché, ad esempio, «i marinai sanno che la fortuna è temibile» è un alessandrino sdrucciolo. D'altronde anche «i marinai sanno che la fortuna» è un endecasillabo.