In un memorabile articolo del 1937 (Alcune osservazioni sulla dottrina dei cicli cosmici, ora contenuto in Forme tradizionali e cicli cosmici), R. Guénon calcolò la durata di questa nostra età ferruginosa in 6.480 anni, ossia in un decimo dell'intero manvantara (ovvero negli ultimi tre segni zodiacali attraversati dal punto vernale).*
Infatti Dante fa dire ad Adamo (Paradiso, XXVI, 119) che "quattromilia trecento e due volumi | di sol" separano il nostro progenitore da Cristo, ovvero (stando «volumi» per "volute", o "giri") 4.302 anni. Questa cifra, essendo l'inversione degli ultimi due numeri procedimento esoterico non raro,** ci conduce al 4.320 a.C. da cui potrebbe decorrere l'attuale kali-yuga.


* Il punto vernale, scorrendo lungo ogni segno in 2.160 anni, ha fatto sì che a) circa duemila anni or sono entrassimo nella cosiddetta «era dei Pesci», nomen-omen per noi cristiani mirabilmente necessario, e b) più o meno in questi anni ci si trasferisca dal mare grande dei Pesci a quello piccolo dell'Acquario (il che, per chi ama la libertà [del mare aperto], non è bel presagio). Ne consegue che segni e costellazioni combaciarono solo con la coincidenza della primavera e dell'Ariete (o, se si preferisce, del primum ver - verro - col montone).

** A mo' di curiosità sul tema, va ricordato 1984 di Orwell, pubblicato nel 1948.

Un’ipotesi alternativa alla precedente è quella che, invece di considerare il grado iniziale dei segni interessati dal punto vernale, ne prende in esame il secondo quarto. In tal modo, questa nostra età sarebbe cominciata non nel 4.320 a.C., bensì (4.320 – 540) nel 3.780. Curiosamente, sia il calendario ebraico che quello cinese decorrono all'incirca da tale data. Se le cose stessero così, ferma restando la durata dell’intera quarta età in 6.480 anni, questa dovrebbe concludersi nel 2.700 d.C., il che pone Dante più o meno "nel mezzo del cammin di nostra vita [cristiana]".
Il poeta, sicché, si contraddice? O, abbastanza esotericamente, confonde le acque? Chissà. Quel che è interessante, semmai, è constatare che 540 è un dodicesimo di 6.480, il che ne fa un semitono esatto dell’ottava (oltre a coincidere col naros caldeo). Ancor più interessante è rilevare che la nascita di Budda e quella di Maometto si pongono a un dipresso un semitono prima ed uno dopo la nascita (nel presunto 1° A.D.) di Cristo: quinta diminuita quello e quinta eccedente questo. Quando si dice «la musica delle sfere», chissà, forse si allude anche a ciò.
Infine, la lettera G (alla quale ancora R. Guénon dedicò il breve saggio omonimo del 1950, ora raccolto in Simboli fondamentali della scienza sacra) è simbolo tradizionale che, ad onta della sua relativa modernità, assomma in sé una stupefacente varietà di significati analogici: dalla stella (immagine microcosmica, se a cinque punte, laddove quella a sei allude al macrocosmo) alla geometria (ovvero alla quinta delle "sette arti liberali"), dalla squadra (la cui forma è analoga alla lettera greca equivalente, il gamma maiuscolo, ed il cui uso è consacrato alla misurazione lineare terrestre, che, a differenza di quella circolare celeste, cui pertiene il compasso e che procede per multipli di sei, procede per multipli di cinque) all'iniziale di God, dell’acronimo GADU (il Grande Architetto Dell’Universo) e di Gesù. Ora, tralasciando in questa sede sia l'assimilazione fonetica tra god e yod (che fa della G l'equivalente della I, secondo Dante "il primo nome divino", e che omologa Geova e Iahweh, Giove e Iuppiter, Gesù ed Isa), nonché la similarità grafica seguente,

soffermiamoci un istante sull'equivalenza tra il Cristo e la G, stavolta intesa in senso musicale, ovvero come la quinta nota della scala di DO (tema già accennato qui e qui).* Come è noto, infatti, se l'ottava corrisponde ad una corda fatta vibrare nella sua interezza, la quinta si ottiene riducendo detta corda a due terzi (misura più o meno corrispondente all'aurea sectio tradizionale). Ora, avendo rapportato questo nostro kali-yuga a 6.480 anni, non è notevole constatare che 4.320 ne è pari a due terzi? Per fortuna, Dio solo sa se Gesù sia nato esattamente nell'anno uno.

* Nel gergo musicale, la quinta è detta la nota «dominante» l'intera ottava. In questo quadro non dovrebbe sorprendere l'attestazione (fatta da R. Guénon in Il sacro Cuore e la leggenda del santo Graal, attuale terzo capitolo dei Simboli fondamentali della scienza sacra) di "perfetta conformità del cristianesimo con la tradizione primordiale, alla quale così ben si addice l'etichetta di «pre-cristianesimo»". L'essere il cinque, inoltre, un emblema del Cristo (basti pensare alle cinque piaghe) non ne contraddice la contiguità simbolica col quattro, perché quest'ultimo (dai quattro punti cardinali ai quattro bracci della croce, attraverso il gioco dei quattro cantoni) postula immediatamente il cinque, ossia il centro rappresentato, nelle suddette cinque piaghe, dal colpo di lancia, centrale e perpendicolare, di Longino. Per amor di precisione, infine, sarà bene aggiungere che il quattro, nel suo aspetto statico. è raffigurato bidimensionalmente dal quadrato e, tridimensionalmente, dal cubo; in quello dinamico, dalla croce che, ruotando sul proprio centro, traccia, come nelle eventualità precedenti, una circonferenza o una sfera.

Si può anche far riferimento a quanto scritto qui, qui e (tra la quinta, la settima e la terza, ovvero G, H ed Ε) qui. Da note a lettere, invece, facendo della terza (Γ) il rovescio della decima (L), qui.