Sono tempi sciagurati, è vero. Ma lo sono da parecchi secoli. Anzi, da qualche millennio, visto che la sapienza talmudica afferma che "da quando fu distrutto il Tempio, il dono della profezia è stato sottratto ai profeti e dato ai pazzi ed ai bimbi" (Baba Bathra, 12b). Non diversamente, Gesù esclama: "Lode a Te, Padre, Signore del cielo e della terra, che hai nascosto queste cose ai dotti e ai sapienti e le hai rivelate ai piccoli" (Matteo, XI, 25 e Luca, X, 21).
D'altra parte, se «paradiso» e «paradosso» hanno qualche legame, forse c'è un motivo. Come si fa, a parlare di Dio, cioè a dir qualcosa dell'indicibile? D'altra parte, se non si parla di Dio, di che si parla?
Al riguardo, viene alla mente il celebre koan relativo alla 'buddità' del cane. Senza addentrarci nelle speculazioni linguistico-filosofiche sul mu che l'allievo ottiene in risposta (per le quali basta rivolgersi alla sempre puntuale Wikipedia), limitiamoci a sottolineare la fallacia - se non, peggio, la capziosità - della nostra logica, quando non utilizzata nell'ambito fisico (o naturale).* Ed anche in quest'ambito, senza le dovute precauzioni.** Per contro, omnia munda mundis. Solo ad un "giullare di Dio" è lecito scherzare.

* Va da sé il precisare che l'ambito metafisico (o sovrannaturale) trabocca ampiamente dal contenitore della comprensione logica. Abbiamo già ricordato altrove come "capire" significhi null'altro che 'contenere' e, come un bicchiere non può contenere il mare, così la ragione non può capire Dio. Sul tema, non senza una punta di sarcasmo, Dante fa dire al diavolo: "Tu non pensavi ch'io logico fossi" (Inferno, XXVII, 123).

** Come nella nota barzelletta in cui Tizio chiede a Caio se questi abbia smesso di «farsi le pippe», domanda alla quale è imbarazzante rispondere sia positivamente (ammettendo di averlo fatto, sia pure col beneplacito dell'OMS) che negativamente (confessando di non aver smesso).

Poiché s'è fatto cenno al "giullare di Dio", chiudiamo con una citazione da I fioretti di san Francesco (cap. XI), per la quale si ringrazia lo splendido sito Liberliber.
«Andando un dì santo Francesco per cammino con frate Masseo, il detto frate Masseo andava un po' innanzi e, giungendo a un trivio di via, per lo quale si potea andare a Firenze, a Siena e Arezzo, disse frate Masseo: "Padre, per quale via dobbiamo noi andare?". Rispose santo Francesco: "Per quella che Iddio vorrà". Disse frate Masseo: "E come potremo noi sapere la volontà di Dio?". Rispose santo Francesco: "Al segnale ch'io ti mostrerò, ond'io ti comando, per lo merito della santa obbidienza, che in questo trivio, nello luogo ove tu tieni i piedi, t'aggiri intorno intorno, come fanno i fanciulli, e non ristare di volgerti s'io non tel dico". Allora frate Masseo incominciò a volgersi in giro, e tanto si volse che, per la vertigine del capo, la quale si suole generare per cotale girare, egli cadde più volte in terra; ma non dicendogli santo Francesco che ristesse ed egli volendo fedelmente ubbidire, si rizzava. Alla fine, quando si volgeva forte, disse santo Francesco: "Sta' fermo e non ti muovere". Ed egli stette; e santo Francesco il domandò: "Inverso che parte tieni la faccia?". Rispose frate Masseo: "Inverso Siena". Disse santo Francesco: "Quella è la via per la quale Iddio vuole che noi andiamo"».


Visto che il riso abbonda in ore stultorum, basmati e no, si può leggere qualcosa anche qui, qui, qui e - che Dio ci perdoni - qui.