Sincretismo? Siamo ben lungi dall'incoraggiare chicchessia a «dare a cento alberi - come vuole il detto zen - un colpo d'ascia a testa», il risultato di tale incoraggiamento non potendo essere che un faticoso spreco di tempo.
Senza menar troppo il can per l'aia, sicché, riproduciamo il passo seguente, tratto da un discorso dello shaykh Nazim, dell'illustre tariqa Naqshbandi.
«Ho incontrato molte persone, qui in occidente, che hanno sondato in profondità le grandi tradizioni dell'oriente. Ricercandole, hanno acquisito la saggezza. Hanno letto, viaggiato, ascoltato ed appreso. L'attrazione per tutto ciò che è orientale è un'ispirazione divina nel cuore degli occidentali. Anche i filosofi della Grecia antica ricevettero la loro luce dall'oriente. D'altro canto, quando gli orientali vengono attratti dall'occidente si rendono ritualmente impuri e necessitano dell’abluzione totale. In quello stato mentale un'oscurità discende sui loro cuori ed anche se non è l'oscurità totale, come quella della notte, è come una nuvola che oscura la luce del sole. Se gli orientali chiedono la mia opinione allora sappiano che, eccetto qualche caso, dovrebbero far fagotto e ritornare ai loro paesi. Se il governo sapesse ciò che dico mi darebbe una medaglia, ma nessuno ha ancora informato il primo ministro o la regina, perciò non l'ho ancora ricevuta. Gli occidentali che sono attratti dall'oriente sovente affrontano grandi difficoltà per poter raggiungere paesi come il Tibet e l'India e ricevono saggezza da portare al loro ritorno. Ma sono in pericolo di perdere tutto ciò che hanno ottenuto. Perché? Perché essi portano delle perle sciolte. Se una signora si compra delle perle, se le mette in tasca o le infila su un filo robusto? La gente percorre grandi distanze per cercare la saggezza ed è felice per ciò che ottiene. Ma il più delle volte le perle cadono dalle loro tasche, poiché non le avevano infilate a dovere. Qual è questo filo a cui mi riferisco? Le perle di saggezza possono essere conservate con una fede salda e seguendo un metodo. Molti non hanno considerato questa necessità. Se avete il filo, ad una ad una otterrete le perle da infilare. Dovete seguire il metodo prescritto da una grande religione. Non vi dico che dovete seguire questa o quella, ciò che voglio dire è che fare un minestrone è inutile. Perché? Rispettare i precetti di una religione mondiale, senza essere fanatici, protegge la vostra collana di perle. Ci sono molti ladri all'opera, perciò abbiatene cura, se non volete che venga rubata. Fede e saggezza necessitano di protezione, dovete imparare quali azioni o pratiche possono proteggere dai ladri il vostro tesoro. Chi cerca di incamminarsi lungo il sentiero per conto suo [...] verrà assalito da un branco di lupi nella terra di nessuno». 



Su cristiani e musulmani, ovvero - per dirla con padre Borrmans (citato qui) - sull'asino e sul cammello, s'è scritto abbastanza qui, anche sotto l'aspetto dei rapporti fra le tre religioni abramiche, oltre che qui.




Sul solo Islam, si può leggere qualcosa qui e qui. Sull'Islam di Guénon e di Evola (la cui silloge si deve a Claudio Mutti), qui. Circa Santa Romana Chiesa il cattolico che scrive, pur tra un mugugno e l'altro (come si può, ad esempio, notare qui o qui), non può far altro che rinviare a quanto perentoriamente affermato qui da don Levi di Gualdo.
Comunque sia, nel nostro piccolissimo, a mo' di commiato dall'argomento ci pare il caso di dire che sembra controproducente l'insister troppo sulle divergenze dottrinali delle due fedi, oggi entrambe vittime della stessa aggressione. Il nemico del mio nemico è mio amico, insomma.