Come è noto, il bacio non compete a tutti i popoli. Più d'uno, infatti, come il giapponese (che ha mutuato dall'inglese il proprio termine kissô), non dispone perfino del vocabolo relativo. Raffinato, invece, il latino ne conosce ben tre definizioni.
L'osculum ("piccola bocca", cioè "boccuccia") è il bacio di rispetto, che viene attuato protrudendo le labbra ed accostandole alla guancia o alla mano altrui.* Così Apuleio dice, di qualcuno che intende ringraziarci [od ingraziarcisi], che è manus nostras osculabundus.

* Tuttavia Seneca ci informa che Caligola non era alieno dal porgere, "per un bacio, il piede sinistro" (osculandum, sinistrum pedem).

Ma, premesso che non è un bacio alla pari, anche se mirato alla guancia, perché sottintende comunque una certa disparità di livello, se non altro anagrafica, l'osculum è altresì il bacio materno (tant'è che osculare significa pure "far affiorare il sangue", come accade a più d'una madre che inavvertitamente pratichi il cosiddetto «succhiotto»). Per estensione, è poi diventato anche il bacio tra familiari e tra affini, parenti o amici di lunga pezza che siano.
Il basium è invece il bacio d'affetto, quello tra persone di pari dignità, indirizzato alle labbra (come s'usa tuttora presso gli arabi) o alle guancie altrui. Può diventare ostentato, come nel caso di chi sia solito, con tipica gestualità meridionale, basia iactare o contegnoso; in quest'ultima evenienza si trasforma in "bacetto" (basiolum).
Per finire, il bacio d'amore vero e proprio è il savium, quello con cui letteralmente si "assapora" (dalla stessa radice a cui fanno capo lo spagnolo sabor, il francese saveur e l'inglese savour) la persona amata, ovvero colui o colei che Terenzio chiama tout court meum savium ("amore mio", ma in realtà "sapore mio"). 

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Circa la quasi universale affinità fonetica (o grafica, come nel suddetto giapponese) tra sapore e sapere, ovvero tra la sapidità del sale ed il sale della sapienza, che dire? Un suggerimento potrebbero darlo i cinesi, che associano il sale a Saturno, alla vecchiaia, alle ossa, alle orecchie, ai reni e - tra l'altro - ai fagioli. Chissà. Certo è che questi ultimi tre hanno la stessa forma ...