È viva gioia, quella del glottologo che scopre l’argento mobile, in quanto argent de poche, perché connesso a quella gironzolona della Luna, e l’oro immobile come il Sole. Questo stipato nei forzieri delle banche, cioè, e quello che se ne va a zonzo da una tasca all’altra.
In sanscrito, argha sta per "denaro contante" (per monete che girano, insomma). Come faremo, quando la carta di credito diverrà obbligatoria?