"Quello che ieri | era tua competenza | oggi compete ad un professionista | (medico, ingegnere, avvocato, idraulico | e così via). | Quello che l'altro ieri | era competenza del professionista (il prete), | oggi compete a te".
In altre parole, come la Chiesa tradizionale rivendicava il monopolio di tutto quanto pertiene alla salvezza dell'anima (se non alla salvezza tout court), così lo Stato moderno rivendica il monopolio di tutto quanto pertiene alla salvezza del corpo (se non a quella che oggi si considera salvezza tout court).
Analogamente, come la Chiesa esercitava il proprio dominio sulle anime fomentando (ad arte, se si vuole) la paura dell'aldilà prossimo venturo, così lo Stato esercita il proprio dominio sui corpi fomentando (ad arte, anche se non si vuole, vista ed udita la prodigiosa moltiplicazione di allarmismi di ogni sorta,* gabellati per «informazione» e distribuiti gratuitamente dovunque) la paura dell'aldiqua prossimo venturo.


* Da questo punto di vista, anche siti e blog cosiddetti «non embedded» (i soli nei quali si può contare, peraltro, data la stupefacente uniformità giornalistica e televisiva), pur palesemente benintenzionati, fanno il gioco del potere.

Inoltre, per tornare ai versi precedenti, come la Chiesa incoraggiava il fai-da-te nelle faccende temporali (dall'approvvigionamento idrico, alimentare e termico all'esercizio empirico-dilettantesco di professioni quali il medico, il farmacista, il fabbro, il sarto o il falegname), così lo Stato incoraggia il fai-da-te nelle faccende sovratemporali, esigendo in cambio il ricorso, in quelle temporali, ad un professionista accreditato,* figura che ha ormai preso il posto del padre, dell'amico, del parente, del compagno di squadra o d'osteria, del compaesano e, per dirla in una parola, del familiare (del componente, cioè, la famiglia «allargata» tradizionale).

* Basti pensare ad un tribunale. Chi vi si può esimere da un avvocato? Se si vuole, ancora una volta, quel che oggi patisce la Chiesa è una sorta di contrappasso, visto che fino ad ieri, nell'imminenza della convocazione presso il tribunale celeste, ben pochi avrebbero rinunciato ai buoni uffici del prete.

Ciò pertanto, stante l'ottica aconfessionale adottata in queste righe, si può ben dire che la paura è funzionale al regime, di qualunque genere esso sia. Va però aggiunto che, l'una paura escludendo l'altra, o si teme di perder l'anima o si teme di perdere il corpo. Delle due, l'una. Ne consegue: a) che un regime subordinato alla Chiesa soffia sul fuoco delle paure ultraterrene, ma agevola e comunque non ostacola la sicurezza terrena (l'autonomia della famiglia, l'autarchia della piccola comunità urbana, rurale o montana, insomma l'autosufficienza della solidarietà vicendevole) e b) che un regime subordinato alla Banca non ostacola ed anzi favorisce il disinteresse verso il post mortem, ma getta benzina sul fuoco delle paure immediate, delle ipocondrie quotidiane, insomma dell'insicurezza ambientale, familiare e sociale.
A mo' di postilla conclusiva [e scientifica], sembra perciò evidente che l'idea di uno Stato (ovvero il potere legislativo, giudiziario ed amministrativo incarnato dalla seconda casta tradizionale) sovrano ed indipendente non è che la beata illusione di un'anima pia, per quanto laica. Inoltre, l'aver la terza casta (la più facoltosa, quella mercantile, sempre e dovunque sottoposta a severi vincoli ed oggi letteralmente scatenata) preso il posto della prima, si configura come ulteriore riprova di quel rovesciamento che è infallibile indizio satanico.