Deprecabile costumanza, invalsa da qualche secolo a questa parte, è la commistione di casta, d'etnìa e di genere dei coniugi. Ne derivano anomalìe, linguistiche e no, ad esclusivo detrimento delle fino ad ieri inaccessibili, da chi non appartenesse all'arte od al mestiere in parola, corporazioni. Eccone qualche esempio:

Taccido Kanamanata - Torasato Mopaga - Urino Sumuri - Yokago Sufestuki - Tayato Sumisura - Torongo Simosuki - Yotengo Nukazone - Kekoshe Ikemona - Ubuko Sefuso - Nuyo Komai - Ndokoyo Koyo - Shi Munito - Momejet Habbash - Nabir al Bar - Saddam Urì - Judy Corda - Eric Yown - Paul Laster - Cooper Tony - Bruce Ketty - Calatimy Jeans - July Sleep - Hind O'Cool - Paroly Riguris - Nazzecco Nucestu - Selu Pescu - Esperancia d'Escobar - Mutanda de Lana - Dolores de Panza - Andrej Komasky - Kocime Settottova - Jolanka Sbilenka - Massimo Della Pena - Lisa Dalluso - Otto Vaske
- Enter O'Klisma - Kill & Malament - Kurt & Malecavato - Paul Enta & Osei [della Val] Sugana.

Al di là delle pazzielle, la cosa è abbastanza seria, perché, unitamente al calo demografico, si fa spia d'un imbastardimento ormai irreversibile. Il meticcio italiota d'oggi, insomma, come si lamenta da più parti, sembra in via d'estinzione. Ora, sebbene ciò non possa definirsi esattamente una tragedia, va anche detto che dell'aulica latinità, tra invasioni barbariche, conquiste (oggi dette «liberazioni») francoiberiche-angloalemanne e colonizzazioni saracene, già da parecchi secoli resta ben poco, nello stivale. Senza contare il fatto per cui l'espansione dell'impero aveva accasato il romano dappertutto, fuorché nell'Urbe (brulicante, per giunta, di schiavi). Inoltre si deve tener presente che Marziale era spagnolo, a differenza di un Giovenale (caro a lui ed a noi) aquinate come il santo, mentre l'altro grande santo, Agostino, era algerino. Spagnolo era pure Seneca e «naturalizzato» rumeno era Ovidio. D'altra parte Plinio e Virgilio erano lombardi ed Enea - come san Paolo - era addirittura turco.*
Come se non bastasse, Plutarco ci informa che Romolo e Remo ("seguiti da molti servi e parecchi ribelli") decisero di fondare la futura Roma perché Albalonga era ormai sovrappopolata. Infine, per tacere sia del lupanare in cui furono allattati i due gemelli che delle ulteriori figliolanze etrusche e sabine, Giovanni Pascoli ricorda la devozione di Roma | Amor a Venere.

* Ciò a non tener conto delle ipotesi (la più nota delle quali è l'Omero nel Baltico, di F. Vinci), peraltro avvalorate da più d'un indizio sia geografico che linguistico, sulla localizzazione nordica di Troia.

Ce n'è abbastanza, sicché, per non crucciarsi troppo della perdita d'una sempre problematica limpieza de sangre. Al riguardo continuiamo a stupirci del perdurante privilegiamento del settentrionale, rispetto al meridionale, e dell'orientale rispetto all'occidentale (o viceversa). Più pragmatico, Platone - ne La Repubblica - ci mette in guardia: "Può accadere che dall'oro nasca prole d'argento e dall'argento d'oro, e così via secondo le possibilità. Perciò coloro che detengono il potere [...] di nulla siano così buoni guardiani e di nulla abbiano una cura più attenta come dei loro figli, per vedere quale di questi metalli sia mescolato nella loro anima; e se uno di essi presenta tracce di bronzo o di ferro, non se ne impietosiscano in alcun modo, ma concedendo alla sua natura la dignità che le spetta, lo respingano fra gli artigiani o fra i contadini, e se d'altra parte nascono fra costoro alcuni che presentino tracce d'oro e d'argento, rendano loro l'onore dovuto".