Nel
ritratto accanto è raffigurato Rodolfo II d'Asburgo (Vienna, 18 luglio
1552 - Praga, 20 gennaio 1612), erede del Sacro Romano Impero dal 1576
al 1611. Non si può dire che fosse un bell'uomo, tuttavia mostrava fine sensibilità artistica e spiccato senso dell'umorismo, tant'è che si lasciò effigiare dal nostro Arcimboldo nelle fattezze sottostanti. |
Veniamo a noi e citiamo P. Sénéchal (Gli antichi Paesi bassi, in M. Collareta [a cura di], L'arte in Europa. 1500 - 1570), laddove ricorda come in Anversa, "nel 1540, la municipalità - e non più il clero - affittò agli artisti e ai commercianti d'arte la galleria della nuova Borsa, che divenne così il primo mercato d'arte permanente in Europa. Nel 1547 fu istituito il mercato del venerdì, in una piazzetta presso la Schelda, dove si vendevano all'asta i quadri [...]. Nel 1550, a Malines vennero organizzate mostre seguite da una lotteria. Gli artisti potevano dunque [...] offrire la loro produzione come una mercanzia di tipo particolare".
Lo stesso autore, nel paragrafo intitolato L'autunno della miniatura, aggiunge che questo "settore in cui l'eccellenza fiamminga era riconosciuta in tutta Europa fu toccato dal manierismo soltanto al momento della sua agonia, cioè nell'ultimo quarto del XVI secolo", ovvero in concomitanza colla scomparsa della committenza illuminata della Chiesa e, in subordine, dello Stato.
Gente curiosa, i laici. Levano alti lai (donde il nome) per la morte della pittura, individuando anche l'assassino, ma non si peritano di criticare la Chiesa, povera meretrice, ancorché casta. Peggio per loro. E peggio per noi.