Il 13 ottobre 2008 l'allora primo ministro inglese Gordon Brown annunciò quello che alcuni - in maniera allusivamente sgrammaticata - definiscono "chaos ab ordo" e che chi non ignora la dottrina dei cicli cosmici sa esser null'altro che la ratifica dell'ascesa al potere dell'ultima casta. In pratica, ciò equivale a sancire la metastasi planetaria, detta anche «globalizzazione», dell'usura.* E dove sia il focolaio di questo tumore ce lo dice proprio il Marrone inglese, pronto a versare il sangue [altrui] affinché, "per le generazioni a venire, Londra e la Gran Bretagna rimangano la casa della finanza globale".
A riprova dello strapotere anglofono, P. Franceschetti annota quanto segue.
"Noi dipendiamo dalla BCE. E la BCE è un'istituzione indipendente dalla Comunità europea, con più poteri addirittura dello stesso parlamento europeo. Gli amministratori della BCE sono svincolati dai governi, non rispondono praticamente a nessuno e godono addirittura di immunità superiori a quelle, già corpose, dei parlamentari europei. In poche parole, la finanza europea dipende dalla BCE. [...] La cosa che salta agli occhi è che la Banca d’Inghilterra ha il 17 per cento (superiore pure alle quote italiane, francesi, spagnole) del capitale della BCE. Ma l’Inghilterra è fuori dall’euro".

* Ovvero della creazione, prima di denaro dal denaro, poi di denaro dal nulla. Al riguardo, dopo due righe di M. Blondet, dal suo Schiavi delle banche ("Il trucco è che, quando voi depositate in banca 100 euro, la banca può creare fra i 10 e i 20 prestiti da 100 euro ciascuno: ossia 'crea' moneta per mille o duemila euro; [...] e su tutto quel denaro inventato e dato a prestito la banca lucra gli interessi"), ecco un altro passo del medesimo P. Franceschetti. "Le banche prestano denaro virtuale ed inesistente a fronte di beni reali. Spieghiamo meglio. Per prestare denaro una banca non fa alcuna fatica, deve solo scrivere una cifra sullo schermo di un PC. Si digita «1.000.000.000 di euro» e, voilà, come per magia, la banca ha prestato un miliardo di euro. Quando l’azienda, il privato, o lo stato estero non possono restituire, la banca fa un’operazione molto semplice: chiede all’azienda mezzo miliardo di azioni, o al privato i suoi beni, oppure allo stato estero del terzo mondo una miniera di diamanti, di oro, ecc., in cambio dell’azzeramento del prestito. Non è un caso che la maggior parte delle miniere di diamanti dell’Africa siano di proprietà di banche europee. Il meccanismo è semplice: se Tizio non può pagare un debito di 100, la banca si accontenta di un bene che vale 50. Tizio ci guadagna. La banca, contabilmente, ci rimette. In realtà, dal punto vista reale, la banca non ha perso nulla, ma al contrario ha guadagnato una miniera, il controllo di una società, i beni di Tizio. Cioè, in altre parole la banca non ha perso nulla, tranne una cifra scritta sullo schermo di un PC; ma in cambio ha acquistato petrolio, diamanti, oro, terreni, case".