Bel termine, «lustro», per indicare un quinquennio. Eppure nessun dizionario etimologico - di quelli a noi noti - sa spiegarne il perché: c'è chi lo associa al censimento quinquennale latino e chi ne fa un equivalente della finanziaria moderna, oggi annuale e ieri lustrale, appunto, perché ti lasciava con la coscienza [e con la borsa] pulita. La spiegazione è molto più semplice: i cinque anni che compongono il lustro sono i cosiddetti «grandi anni», della durata di circa 13.000 anni ciascuno (la metà, cioè, d'una intera precessione equinoziale), dimodoché il lustro copre un periodo di più o meno 65.000 anni, ovvero un manvantara. E alla fine di ogni manvantara, come si sa, il buon Dio fa le pulizie di Pasqua e linda e lustra una volta con l'acqua e una volta col fuoco, purificando Madre Terra da tutta la nostra immondizia. E stavolta tocca al settimo manvantara, quello del giro di boa. Ci verranno contati pure i peli del buco del culo. Sarà un'illustrissima e ben illustrata perlustrazione.