In merito alle recenti esternazioni di alcuni vertici ecclesiastici, favorevoli ad una immigrazione [coatta] che rischia di portare al collasso il già traballante Stato italiano, bisogna ricordare che quest'ultimo è nato - non più di un secolo e mezzo fa - fagocitando lo Stato pontificio, cioè una Chiesa che, tramite entità territoriali a lei devotamente subordinate (in primis, i Borboni), di fatto governava la penisola.
Ovvero (in primis, gli Asburgo), di fatto governava il sub-continente.
Se si guardano le cose in quest'ottica, papa Bergoglio, lungi dal rappresentare il Badoglio del Vaticano, ne è in realtà il ritrovato orgoglio. Solo la Chiesa, infatti, è in grado di gestire le invasioni barbariche (per giunta, facendo di un barbaro il suo paladino).

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Qualcuno ha ventilato un'altra possibilità, secondo cui l'imminente estinzione degli europei - vuoi per invecchiamento o vuoi per denatalità (e quest'ultima vuoi per contraccezione, vuoi per aborto o vuoi per omosessualità) - ha spinto le gerarchie ecclesiastiche verso un'evangelizzazione alternativa: centripeta, anziché centrifuga, non missionariamente invasiva, ma parrocchianamente ospitale, rivolta insomma più agli invasori che agli invasi.

Invasati, per dir meglio, come gli indemoniati che ormai siamo. Anime perse.
C'è sempre la chance del figliuol prodigo, certo.


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Alla terza ipotesi, quella «sedevacantista», non vogliamo neppur pensare (se non altro perché l'ultimo papa, in tal caso, sarebbe Pio XII).