Quando al mai troppo compianto Massimo Troisi chiesero quale fosse la sua donna ideale, questi rispose "la donna d'altri".
Ed aggiunse, accompagnando la frase con la mimica consueta, che la domanda era incompleta, perché gli si sarebbe dovuto chiedere pure quale fosse il marito ideale della sua donna ideale.
Quindi precisò: "A me niente me scoccia quanto avìlla purtà' a 'o cinema, a 'o ristorante, a 'o mare, accà e allà. E nun parlamme 'e nce avì' accattà' fiure, giujelle, vestite, 'stu munno e ll'atr'. Perciò, si chella tène 'nu marito gelùso e 'stu marito gelùso s'a tène cara cara, chella è la mia donna ideale".

Un commento ironico a quanto sopra definirebbe questa scelta il «giusto mezzo» tra il matrimonio (ovvero la comunione dei beni e dei mali) e la rinuncia sia a questi che - conseguentemente - a quelli. 
Tuttavia già il marito è un giusto mezzo tra il gigolò ed il frate. Su ciò è bene ripetere, perché troppo spesso tendiamo a scordarcelo, che «il matrimonio cristiano [è] esplicitamente concepito come male minore, rispetto alla fornicazione, laddove la via preferibile - ma non estendibile a livello di massa - resta l’astinenza».*
E se la perfezione fosse rappresentata da chi si fa un'amante invisibile, donna ideale delle cui gioie godere ed i cui dolori evitare, donna amata che sa come rendersi visibile ed udibile, odorabile ed adorabile, ma non tastabile?

* Ringraziamo Adriano Scianca per avercelo ricordato (dal sito Il primato nazionale).

oOo

A proposito di «giusto mezzo» tra il libertinaggio e l'ascetismo, o tra la lussuria e la castità, val la pena di evidenziare un altro eccesso di noi moderni: l'analgesico, sive l'antidolorifico.
Chi di noi, oggi, sopporterebbe stoicamente un mal di denti senza fare alcunché per alleviarlo?
Eppure c'era gente, in passato, capace non solo di accettare le sofferenze imposte dalle circostanze (ovvero dal buon Dio), ma addirittura in grado di infliggersene volontariamente di nuove. Dal cilicio al digiuno e dal pellegrinaggio alla flagellazione, una penitenza in più era normale. Normale, forse non comune, ma certo non eccezionale.