Un mondo di forme [di formaggio e no].
Perché a) una celebre metafora pitagorica per designare la nascita in questo mondo sublunare è «cadere nel latte», il che getta una luce nuova sulla nostra galassia (galaxias, in greco, da gala, “latte”) e sulla stessa via Lattea; b) tradizionalmente, fino all’Ariosto (ed occasionalmente, qua e là lungo l’Appennino, per quanto ci consta), la luna è fatta di formaggio, il che getta una luce nuova sul nomadismo della pastorizia ovina (Abele) e sulla sedentarietà dell’allevamento bovino (Caino), sui segni zodiacali dell’Ariete e del Toro, sull’agnello delle tre religioni monoteiste e sulla divinità taurina ricomparsa come «vitello d’oro» nell’ebraismo dei tempi mosaici; infine, c) ciò che è in alto è come ciò che è in basso, ma (a causa dello specchio - il barzakh islamico - che divide questo mondo dall’altro) rovesciato, il che getta una luce nuova sul sacro monosillabo AUM, rovesciato il quale si ottiene il muggito della mucca/vacca primordiale.
Ciò, a sottolineare la lunarità della vacca e la vaccinità della luna. E non si dimentichi che «voce» è vox in latino e vâk in sanscrito.