Sul tema planetario, lo stesso andamento eliocentrico (anzi, eliocentripeto) descritto
qui in relazione ai giorni della settimana (lunedì → mercoledì → venerdì → | ← martedì ← giovedì ← sabato) è ritrovabile nei cosiddetti «domicilii» astrologici. Infatti, da un lato, se al Sole compete il caldo e secco Leone d'agosto, alla Luna spetterà il caldo-umido del Cancro,* a Mercurio i Gemelli ed a Venere il Toro; dall'altro, inversamente, a Saturno il Capricorno, a Giove il Sagittario ed a Marte lo Scorpione.
In altre parole, come se i giorni pari (ovvero i pianeti extra-solari) andassero letti al contrario: Luna-Cancro → Mercurio-Gemelli → Venere-Toro → | ← Marte-Scorpione ← Giove-Sagittario ← Saturno-Capricorno. Quel che poi accade nel Leone da cui decorre la prima serie e nell'Acquario con cui finisce la seconda, Dio solo lo sa (sebbene un indizio ci sia, visto che, quando il punto vernale staziona in quei due segni, il mondo appare "tum exignescere e tum exaquescere").


* In quanto segno d'acqua, al Cancro dovrebbe addirsi il freddo-umido. Ma è anche segno estivo, sicché la licenza non sembra imperdonabile. Sull'argomento la Tradizione specifica, con l'inimitabile eleganza aristotelica, che "si considera umido, ovvero fluido, ciò che non è definito esteriormente da limiti proprî e tuttavia che è facile a limitarsi; secco, ovvero solido, ciò che è definito esteriormente da limiti proprî e pertanto che è difficile a limitarsi; umido e secco costituiscono la coppia passiva, che ha estensione e densità e che consta di molta materia; caldo e freddo costituiscono invece la coppia attiva, che ha intensità e rarità e che consta di poca materia; il caldo riunisce le cose che hanno la medesima natura, mentre il freddo riunisce indifferentemente le cose di natura sia uguale che contraria". Inoltre il genere maschile è ritenuto tendente al caldo ed al secco; il genere femminile, al freddo e all'umido. Per quanto riguarda l'età, vi è un'analogia con le stagioni dell'anno. Il bambino ha una natura in cui vi è molto caldo e umido; man mano che si approssima all'età adulta l'umidità viene meno, ed il temperamento tende al caldo e al secco. In questo ritroviamo la corrispondenza con le qualità insite nella primavera e nell'estate. A mano a mano che l'essere umano si approssima alla vecchiaia il temperamento tende al secco e al freddo. Anche in questo la corrispondenza è con le qualità delle stagioni autunnale ed invernale.

Viceversa, alternando il domicilio cosiddetto «notturno» a quello «diurno», come a Saturno si assegnerà l'Acquario, a Giove i Pesci ed a Marte l'Ariete, a Mercurio andrà la Vergine ed a Venere la Bilancia. Alla Luna, tradizionalmente considerata luminare alla stessa stregua del Sole, non si attribuisce un secondo domicilio.
Da questo punto di vista Saturno si presenta quale effettivo anti-luminare, fronteggiando dall'Acquario il Sole in Leone e, dal Capricorno, la Luna in Cancro. Ma la sua natura fredda e secca lo fa più anti-solare che anti-lunare, tant'è che viene esaltato in Bilancia e pertanto opposto all'esaltazione in Ariete del Sole.* In ogni caso, tornando alla successione dei giorni della settimana, bisogna ammettere che il doppio domicilio saturnino mal si adatta ad una puntuale equiparazione ebdomadario-zodiacale.

* Quello relativo alla cosiddetta «esaltazione» (Sole - Ariete, Luna - Toro, Mercurio - Vergine, Venere - Pesci, Marte - Capricorno, Giove - Cancro e Saturno - Bilancia) è un argomento abbastanza spinoso, soprattutto a causa di Mercurio, che in tal modo si trova in Vergine ben due volte. Ciò ha permesso a qualche studioso moderno di sentirsi legittimato a modificare un dato tradizionale che, per quanto problematico, sussiste inalterato da migliaia d'anni. Ma a questo riguardo ormai si sa che gli antichi, pur vedendo benissimo (altrimenti come avrebbero fatto, per esempio, a scorgere la coltre di ghiaccio che copre Saturno?), erano ciechi. Comunque sia si legga, di seguito, quanto attesta Claudio Tolomeo (anch'egli - come i precedentemente citati a proposito dei giorni della settimana Cassio Dione e Vezio Valente - del II secolo d.C.). «Per quanto attiene ai domicilî, questo è il loro ordinamento naturale: dei dodici segni, quelli maggiormente boreali e più prossimi al nostro vertice sono per ciò produttivi di calore e di ardore. Essi sono il Cancro ed il Leone, che vennero assegnati quali domicilî ai luminari, ovvero ai corpi celesti più grandi e più eminenti. Il Leone, in quanto segno fisso e maschile, all'immobile Sole; il Cancro, in quanto segno tropico e femminile, all'erratica Luna. In seguito, l’emiciclo compreso tra il Leone e il Capricorno fu denominato solare; l’altro, dall’Acquario al Cancro, lunare. Sicché in entrambi gli emiciclî fu attribuito a ciascuno dei cinque astri un segno, l’uno configurato rispetto al Sole, l’altro rispetto alla Luna, in conformità ai moti delle loro sfere e alla peculiarità della loro natura. Alla stella di Saturno, che è soprattutto frigida e la cui natura si oppone al calore e la cui sfera è la più alta e la più lontana dai luminari, furono attribuiti i segni opposti al Cancro e al Leone, ovvero il Capricorno e l’Acquario. Alla stella di Giove, che è temperata ed è posta sotto la sfera dell’astro di Saturno, furono attribuiti i segni contigui ai due predetti, il Sagittario e i Pesci, che sono ventosi e fecondi e configurati ai luminari con l’intervallo del trigono, che è figura armonica e benefica. Alla stella di Marte, la cui natura è prevalentemente disseccante e la cui sfera è posta sotto quella dell’astro di Giove, furono attribuiti i due segni contigui che hanno natura a detta stella simile, lo Scorpione e l’Ariete, i quali, in conformità alla qualità distruttiva e discorde, formano una distanza di quadratura rispetto ai luminari. Alla stella di Venere, che è temperata e segue l’astro di Marte, furono attribuiti i due segni contigui, la Bilancia ed il Toro, i quali sono fecondissimi e serbano l’accordo proprio dell’intervallo esagonale; d’altro canto questa stella mai si allontana dal Sole di più di due segni in entrambe le direzioni. Alla stella di Mercurio, infine, che mai si allontana dal Sole di più di un segno in entrambe le direzioni e la cui sfera è inferiore a quella delle altre stelle e maggiormente prossima a entrambi i luminari, furono attribuiti i due rimanenti segni, contigui ai domicilî dei luminari, i Gemelli e la Vergine». E così, ancora di seguito, Marsilio Ficino (XV secolo d.C.). «La stessa disposizione dei segni dello zodiaco mostra in modo chiarissimo che il Sole è re delle cose celesti e regina è la Luna, del Sole sposa e sorella. Infatti il Leone, che è la sede del Sole, e il Cancro, che è la sede della Luna, si toccano; lo stesso fanno l’Ariete che è regno del Sole e il Toro che lo è della Luna. Similmente gli altri pianeti dispongono le loro sedi intorno a quelle del Sole e della Luna, ponendoli in mezzo quasi re e regina. Mercurio da un lato presso il Leone ha la Vergine, dall’altro presso il Cancro ha i Gemelli; Venere di qua ha la Libra e di là il Toro; Marte lo Scorpione e l’Ariete; Giove il Sagittario e i Pesci; Saturno il Capricorno e l’Acquario».

oOo

Sulla presunzione moderna, del tutto immotivata, molto ci sarebbe da dire. Ma quando un papa,* troppo osannato dai media, pensa bene affermare che «l'evoluzione è un fatto», è il caso di tacere.
Per quanto riguarda i pianeti, però, non si può star zitti: l'inclusione dei transaturniani nell'astrologia è un puro e semplice abominio. Come si può, in assenza di fonti plurimillenarie, strologare di Nettuno, Plutone e - quando verrà scoperta, se lo sarà - Proserpina? Gli esperti si servono, a loro dire, delle statistiche, sicché, dall'esame di oroscopi che mostrino tutti - poniamo - una preminenza nettuniana, traggono alcune conclusioni comuni. Ciò è patetico.


* GPII, come s'usa scrivere oggi. E poi BXVI, FI (Forza Italia, Firenze, Formula Uno? Chissà).

Per giunta, ammesso che ci si voglia servire delle statistiche, un minimo di competenza mitologica è doveroso. Se può sembrare perdonabile l'astronomo che battezza 'Urano' il pianeta da lui scoperto,* assolutamente imperdonabile è l'astrologo il quale, dimostrato statisticamente che una posizione privilegiata di tale pianeta comporta le caratteristiche dell'homo faber, continua a chiamarlo 'Urano' e non 'Vulcano' (Efesto, il dio fabbro). Fabbro, zoppo e cornuto. Perché non indagare anche su queste ultime due peculiarità?
Inoltre la cosa equivale a dire che, prima della scoperta di Urano - o Vulcano che sia - l'homo faber non era oroscopicamente diagnosticabile. Come se Mercurio, con Marte, non bastasse a conferire una buona manualità.


* Urano, ovvero il cielo, padre di Saturno, nonno di Giove e bisnonno di Marte. Il buon Herschel (tale è il nome dell'astronomo di cui si parla) deve aver pensato che, dopo la sua scoperta, non plus ultra.