Ancora sulle pietre, che già ci hanno interessato qualche tempo fa, aggiungiamo che a) il triconsonantico PTR le unisce immediatamente al pater latino ed al pitr sanscrito e b) la mediazione del greco lithos affianca il "pregare" (dall'ancora greco litàino, "chiedo", "supplico", donde «litania») all'«impetrare», ovvero alla perpetrazione/perpetuazione di una preghiera.
Che poi le pietre suonino, vuoi come strumenti a fiato, grazie al vento che le sfiora o le attraversa, o vuoi come strumenti a percussione, sospese a mo' di gong, è argomento che sovrasta le nostre capacità. Ma il termine «liturgia» vi si arricchisce di nuove connotazioni, non escluse quelle meramente terapeutiche.


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Talvolta si fa risalire l'etimo di «litania» a lìptomai ("desidero", in greco) e pertanto alla stessa radice di libitum, libido, liebe, love ed affini. Sebbene sia difficile negare questa familiarità, va detto che la preghiera autentica consiste più in un ringraziamento che in una richiesta.