"La grande Madre | non nega ad alcun seme | la sua accoglienza".
È vero. La Terra non discrimina, non predilige l'uno e non maltratta l'altro, fa prosperare allo stesso modo sia il grano che la gramigna. Non si risparmia, dà quel che può dare e, se non può dare, non accusa l'inclemenza del Cielo. Ed altrettanto vero è che accoglie sia le richieste di nascita che quelle di morte, sia il fiore appena sbocciato che quello ormai marcito, sia il neonato al quale fornisce il riparo d'una foglia di cavolo che il moribondo sul quale ella stessa graverà col suo peso.
Come quella di Venere, il cui geroglifico è il rovescio del suo, l'ospitalità della Terra potrebbe sembrare eccessiva. Ci si pensava qualche giorno fa, osservando una sorta di Venere steatopigia dalla postura a dir poco scostumata.
Ospitalità, s'è detto. E se l'ospitalità fosse compensata dalla voracità (come Venere urania controbilancia Venere pandèmia e come la stella del mattino s'alterna a quella del vespro)?
"Appena nati | si è come fili d’erba, | semplicemente perfetti. Se c’è, | ci si imbeve di latte di rugiada celeste | e, se non c’è, | si tace o tutt’al più si finisce col tacere, | nella perfetta | semplicità".

No, non è eccessiva, la grande Madre.