Due venerabili simboli tradizionali, l'uno micro e l'altro macrocosmico, sono esemplificati nella stella a cinque ed a sei punte (variazioni che, come già detto, alludono alla differenza tra la numerazione decimale, ovvero per multipli di cinque e pertanto lineare, e quella per multipli di sei, quindi duodecimale e circolare). Un'accezione parallela è quella che rapporta la prima al polo (o, meglio, alla rotazione terrestre sull'asse polare) e, la seconda, alla stella polare. Il primo caso è rappresentato dallo svastika, i cui quattro bracci ruotano sul centro, che indica il cinque, e la cui affinità con la croce appare evidente.

Altrettanto evidente è la sua derivazione dal primo geroglifico qui accanto, che tuttora indica il sole astrologico, e la cui versione quadripartita accomuna i raggi solari ai bracci della croce (cioè il Cristo al sole).*
Il secondo caso è quello raffigurato nella ruota i cui raggi, sei (come i sei petali del giglio) od otto (come gli otto petali del loto), richiamano alla mente sia il labaro di Costantino che il sigillo di Salomone, altresì detto «stella di Davide» (se non "scudo", magen David), uno dei più sublimi significati del quale è quello che vuole ciò che è in alto come ciò che è in basso, ma rovesciato. Ciò affinché i primi [quaggiù] siano gli ultimi [lassù] e, il che va di leggieri, viceversa.

* Nell'orientamento tradizionale della città, in oriente come in occidente, il quadrante (donde "quartiere", termine di cui s'è perso il significato autentico) della casta sacerdotale è il nord; quello della casta regale e guerriera, l'est. Polare il primo, sicché, e solare il secondo. È degno di nota, al riguardo, l'esser nato Gesù dalla tribù regale di Giuda, anziché da quella sacerdotale di Levi. Né contraddice quanto sopra la posizione di quest'ultima tribù che, stante il nomadismo ebraico, si collocava intorno al tabernacolo (ovvero non al nord, ma al centro dell'accampamento), sia perché a quella di Giuda spettava comunque l'est solare, sia perché anche il centro [intorno a cui si ruota] è metafora del polo. Si dirà che, a sua volta, come gli antichi sapevano benissimo, la terra stessa gira intorno al sole, ma, di nuovo, non v'è contraddizione, bensì differenza di livello. In un'ottica capace di mettere a fuoco simultaneamente livelli tra loro diversi, infatti, la stella a cinque punte e quella a sei coincidono, così come la lancia del centurione (il quinto raggio della croce, perpendicolare agli altri quattro) coincide con l'asse polare (perpendicolare all'asse equinoziale ed a quello solstiziale). Infine, quest'ultimo coincide simbolicamente con l'«asse che unisce cielo e terra», sutratma indù o filo del rosario che lo si voglia pensare.