È detto «prepuzio», da un più arcaico «preputto», quanto “precede il putto” (o il puttino, ciò che il romano chiama «’r mi’ fratello piccolino», ovvero il boccaccesco «diavolo» della decima novella della terza giornata), la controparte maschile della coincidentia oppositorum, cioè, di cui la putta (o «potta», il «ninferno» della novella suddetta) è la controparte femminile.
Queste amenità servono ad introdurre uno degli aspetti più innovativi del cristianesimo (un aspetto davanti al quale, per esempio, l’Islam rappresenta un passo indietro), ossia la messa in non cale della circoncisione, pratica che san Pietro avrebbe voluto conservare e che san Paolo, ritenendola un freno alle possibilità «globalizzanti» del messaggio evangelico, osteggiava.
Come sappiamo tutti, la spuntò san Paolo; se fosse andata altrimenti, “ne averemmo visti, de montarozzi | belli, freschi e ar sangue, de cinicozzi” (così il Belli, laddove con «cinicozzo» la Roma papalina designava, appunto, il prepuzio).