È classica la distinzione tra «simbolo» e «diabolo», unificazione quello e frammentazione-divisione questo (esattamente come sinalefe e dialefe o sineresi e dieresi). Non è privo di interesse soffermarsi su tale opposizione, perché essa riguarda strettamente il simbolo della piramide gerarchica.
Ora, come il vertice (lo spirito, l’intelletto) allude all’unità e la base (l’anima, la ragione) raffigura la molteplicità, come la sintesi condensa e l’analisi scinde, così la monarchia unifica e la democrazia divide (et imperat, come sa ogni gaglioffo). Ciò premesso, è inutile aggiungere che, come una monarchia autentica non può non essere una teocrazia, così la vera democrazia è atea (diabolica, cioè, e pertanto fomentatrice di divisioni inesauste).
Divisioni, ovvero moltiplicazioni, comunque proliferazioni: da una coppia di coniugi a due unità di separati, da un in-dividuo ad una pletora di personalità schizofreniche, dalla Parola unica ed insostituibile a miliardi di parole perfettamente intercambiabili (l’una valendo l’altra, cioè zero).
Il mito, mite e muto, lo sa.