Si dice che la più grande vittoria di Satana sia il convincere ('ché, effettivamente, con-vincere val più di vincere) della sua inesistenza. È vero. Così, è la sua più grande vittoria l'averci fatto credere che la lotta degli ultimi secoli tra finanza e clero, lotta articolata in a) stati nazionali contro Chiesa sovranazionale, b) Borsa internazionale contro stati nazionali e c) Borsa apolide contro [quanto rimane della] Chiesa romana, sia solo la lotta del profano/laico contro il sacro/religioso. In realtà lo scontro si ha sempre e solo sul terreno religioso (o, meglio, ultraterreno, quello terreno non essendone che il riflesso). Tant'è che, una volta sollevate le fette di prosciutto incollate sugli occhi, il cosiddetto "laico" si rivela pullulante di simboli invertiti (non a-spirituali, cioè,* ma propriamente contro-spirituali). Come ben si sa, infatti, la simia Dei (che è pur sempre un angelo a testa in giù), non può che servirsi degli stessi simboli dei quali si serviva prima della caduta, ovviamente rovesciati (come il triangolo, il numero solare o l'emblema leonino).


* Pensiamo a falce e martello, insegna terrena dell'operaio questo e del contadino quella, ma insegna celeste, rispettivamente, di Saturno e di Marte (i due «malefici» dello Zodiaco, forieri di violenza e morte). Un glifo, un geroglifo, pertanto, tutt'altro che a-spirituale. Quel che ieri infatti era comunismo d'accatto, quando non cattocomunismo, l'altro ieri era però lucidamente mirato contro la Chiesa (e contro l'ultima dinastia imperiale, e cattolica, degna di entrambi gli aggettivi). Analoga osservazione andrebbe fatta circa la squadra ed il compasso, non ostante una certa presenza clericale nella Massoneria moderna.

Chi si stupisse di quanto detto finora (relativamente inusitato oggi, ma altrettanto relativamente pacifico fino a qualche secolo fa) dimostrerebbe solo, col suo stupore, quanta strada abbia fatto, lungo la via del progresso, il principe delle tenebre. Ciò premesso, ne derivano alcune considerazioni. La prima: l'eccesso di informazione, anche quella cosiddetta "alternativa", collabora al progetto diabolico di distogliere l'attenzione dalla vera natura dello scontro in atto. La seconda: le divisioni corazzate dell'esercito celeste sono i conventi di clausura (e l'arma migliore, la preghiera). La terza, che si rifà alla tradizionale specularità del macro e del microcosmo: le guerre che insanguinano questo pianeta (e chissà quanti altri) si combattono, si vincono e si perdono, anche all'interno di ciascuno di noi. La quarta, finale: lo scontro tra Dio e Satana è reale e plurimillenario solo dal nostro punto di vista, il che ci obbliga ad una scelta di campo. Tuttavia, sebbene i potenti stiano dalla parte di Satana, "il Signore ride di loro e, dall'alto dei cieli, li schernisce" (Qui habitat in caelis - Salmi, II, 4 - irridebit eos, Dominus subsannabit eos), perché i meschini non sanno che, pensando di fare il loro gioco, stanno comunque facendo il Suo gioco, gioco bello e terribile nel quale agiamo e siamo agiti, i soldatini di piombo e le bambole di pezza che siamo.