Bisognerebbe esprimersi solo in aforismi.
Nel peggiore - ma insieme nel più semplice - dei casi, in meteorismi. Ci vuole leggerezza, per sgravarsi almeno un po' del pondo corporale. Del resto, l'anima è "vento". E lo spirito è "soffio" divino. Se il buon Dio ci ha dotati di un intestino e del relativo contenuto, perché disprezzare quella merda che è pur sempre l'anagramma di «madre»? Inoltre, last but not least, in questo sacco di merda ci Si è infilato pure Lui, per Sua insondabile volontà. Meraviglia delle meraviglie.
Sul tema ricordiamo l'aforisma n° 29 del Vangelo di Tomaso. "Se la carne perviene all'esistenza grazie allo spirito, è una meraviglia. Se lo spirito perviene all'esistenza grazie alla carne,* è una meraviglia delle meraviglie. Ed anch'io continuo a stupirmi, vedendo quale e quanta ricchezza abbia preso alloggio in una così povera dimora".

* È il Salvatore che parla, giocando sulla differenza tra essenza ed esistenza (la stessa che separa il verbo essere dal verbo stare). In effetti, consistendo l'esistere nella dipendenza dall'Essere, chiedersi se Dio esista è più o meno una bestemmia. Ma il Signore chiuderà un occhio ed un orecchio, visto che ci ha permesso di storpiare il verbo «essere» con un futuro ed un passato assurdi. L'Essere è e basta. Tant'è che, trovatici con le pezze al culo, per il participio passato abbiamo dovuto servirci del verbo «stare».