Il brillante articolo di A. Margheriti Mastino, nel blog Papale papale, intitolato Quei borghesi piccoli piccoli: massoneria e pezze al culo. 3 testimonianze di 2 massoni e mezzo, ci dà l'occasione di tornare - per quanto è nelle nostre limitate forze, nulla potendo aggiungere alle già citate, definitive, parole di R. Guénon - sul tema della Massoneria.
Ribadita l'impossibilità di stabilire alcun collegamento tra la Massoneria tradizionale (ovvero precedente il XVIII secolo) e quella odierna, almeno a livello sovraindividuale,* dobbiamo dire che un'affermazione presentata nel post in questione sembra un po' discutibile. Parliamo dell'attribuzione - fatta da colui che costì viene chiamato «il professore» - di "radici teosofiche" alla Massoneria. Ci si riferisce a Plotino o alla Blavatsky? In entrambi i casi si tratta di radici abbastanza recenti. Perché non scegliere un aggettivo diverso? Tanto più che, qualche riga prima, si legge che la Massoneria non è "affatto da collegarsi al naturalismo ateo, al socialismo ed all’anticlericalismo, [...] bensì all’eresia gnostica". Del tutto condivisibile ci pare invece la conclusione secondo cui "la 'dottrina esoterica' della massoneria, a mio modesto avviso, corrisponde ad un pastrocchio sincretistico tratto da fonti alquanto eterogenee e spurie". Condivisibile, dicevamo, a patto che si specifichi trattarsi della massoneria moderna (in tal caso, giustamente minuscola).
Al contrario, nulla abbiamo da obiettare a quanto scrive - ibidem - l'ivi definito «muratore tradizionalista», soprattutto circa Massoneria e Chiesa cattolica, per noi occidentali le sole "«organizzazioni» tradizionali rimaste (nel senso di ricollegate al divino)". Altrettanto giusto - ed edificante, come si conviene al muratore - è l'affermare che "ci sono Logge, in verità pochissime, che hanno ripristinato l’antica modalità di lavorare in nome di Dio e di san Giovanni, perché così era scritto in molti antichi rituali". Ma tutto l'intervento, come uno precedente (accessibile tramite l'opportuno link), merita attenta lettura.
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Sovraindividuale, perché indubbiamente talune eccezioni individuali
permangono (e può aversene testimonianza consultando siti quali - ad
esempio - La lettera G). Ma a livello di organizzazione, come
nelle righe dianzi citate, il collegamento al divino sembra ormai solo
latente. Certo, latente non significa assente. Diciamo, meglio,
potenziale. In proposito, ci tornano in mente le seguenti osservazioni
di F. Schuon, tratte dalla corrispondenza del medesimo e reperibili
nel sito Sophia perennis. "Come non vedere la gravità di
un'opinione che mira a porre la Massoneria al disopra della Chiesa
cattolica o del cristianesimo tout court? Se l'iniziazione è il
vertice, e se i sacramenti hanno perso il loro carattere iniziatico, i
ricercatori che si credono 'qualificati' per l'iniziazione non hanno
più alcunché da aspettarsi dalla Chiesa; costoro troveranno la somma
dei tesori spirituali nella Massoneria, anche se questa nulla ha da
offrir loro sotto il profilo metodologico; ma tale lacuna non turba
minimamente i guénoniani. È vero che si parla, in questo ambiente,
d'una sorta di 'realizzazione collettiva' grazie ai rituali massonici,
ma la cosa non mi è possibile prenderla sul serio, soprattutto se
penso alla situazione concreta, vale a dire agli individui ed alla
loro guida spirituale".
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