Leggiamo, nel sito delle Edizioni Nulladie, che «con il verbo lego gli antichi indicavano una grande quantità di azioni: lego, collego, raccolgo, raduno, annovero, tramando, espongo, presento, racconto, narro, dico, rivolgo la parola, mando, allego, unisco, invio come ambasciatore, nomino, attribuisco, incarico, lascio in eredità, colgo, carpisco, levo l’ancora, spiego, mi rivolgo, eleggo e scelgo. E sono solo alcuni dei significati che si possono “legare” al termine. La traccia di maggior rilievo è, forse, quella che riecheggia nei mille significati di leggere».
Vera polisemia, non c'è che dire.
Lo stesso verbo è infatti alla base del termine «religione», il cui significato è né più né meno che "raccoglimento" (arte o mestiere cui abbiamo già dedicato un post), nonché ad esempio «florilegio», «ossilegio» e «sacrilegio». Ora, mentre un florilegio non è che una raccolta di fiori, ovvero - in greco - un'antologia, come la mettiamo con l'ossilegio, cioè con la frantumazione rituale delle ossa di un defunto,* e col sacrilegio, vale a dire con la profanazione del sacro, vuoi per vilipendio o vuoi per furto? Questi ultimi due casi sembrano implicare l'opposto del raccoglimento, ovvero la dispersione. Eppure, come l'ossilegio comprende anche la raccolta dei frammenti ossei precedentemente triturati, così il sacrilegio sottintende un'appropriazione indebita, ad uso e consumo del singolo, di quanto appartiene a tutti, ovvero a Dio.


* Questa pratica, incomprensibile per noi moderni (che tutt'al più, come qualcuno ha supposto, possiamo pensar dettata dall'esigenza di occupare meno spazio), mira ad evitare che i residui psichici di un cadavere, l'ob degli antichi egizi, permanenti nello scheletro anche post mortem, vengano utilizzati per scopi magici. Viceversa, lungi dal testimoniare una forma di tortura, la trapanazione del cranio aveva il fine simbolico di agevolare l'apertura di quello che, in oriente, è il settimo chakra. A quest'ultimo riguardo, non dissimile è il significato della fiammella pentecostale, della tonsura - detta altresì «chierica» - sacerdotale e dei tre colpi di martello discretamente inferti dal camerlengo al cranio del pontefice defunto.

Avendo accennato all'antologia, si può aggiungere alla gamma semantica di lego anche il Logos. Intesa come Verbo [da ascoltare], in effetti questa parola rientra nella sciarada accennata sopra, perché 'parlare' sembra opposto ad 'ascoltare'. Tuttavia, non al solo profeta è lecito parlare di una Sapienza precedentemente ascoltata, perché ognuno di noi - ciascuno nell'ambito dei proprii limiti - ha il diritto ed il dovere di parlare di Dio. Naturalmente, visto che anche «sillogismo» deriva da Logos, dopo il di Lui ascolto.
Infine, poiché l'arte del legare presuppone un legaccio (filo, spago, link virtuale e no, corda o catena che sia), quest'ultimo è assimilabile al sutratma indù, ovvero al filo [del discorso divino, cioè del Logos-Legge] che collega ciascuno di noi pupi al Puparo.