Se uno vuol fare il moralista, gli conviene criticare la Chiesa. E sempre più gli converrà in futuro, in tal modo non rischiando né l'arresto, né l'assassinio. Certo, ci si rimane male nel vedere che un papa riceve la visita di qualche farabutto (d'oltralpe o d'oltreoceano) che ci governa, ma la cosa significa pure che quest'ultimo non dev'essere un farabutto integrale, perché quelli autentici non chiedono udienza a san Pietro.
Quanto a noi, che moralisti non siamo, ed a proposito dell'aggettivo «indicibile», utilizzato nel senso di “politicamente censurato”, non senza tatto ci è stato fatto notare come il vietarsi ogni dissenso nei confronti della voce pontificia equivalga ad imbavagliarsi. Essendo per l’appunto questo il nostro intento, non sarà inutile bofonchiare - stante il bavaglio - due parole sull’argomento. In breve, diremo che a) l’opportunità di protestare pubblicamente, anziché di mugugnare in privato, contro il potere politico, è concessione relativamente recente; b) lo scopo di tale concessione è duplice, da un lato mirando ad inflazionare e perciò a svalutare la protesta stessa, dall’altro incoraggiando in ciascuno di noi il vezzo di dire la sua anche su temi finallora tabù; infine, c) messa così a tacere la voce dell’autorità ecclesiastica,* sommersa dal vocìo indiscriminato (e ampliato a dismisura dai media) di tutti noi, il potere politico può ora ri-mettere a tacere anche noi, per esempio cominciando a vietare la pubblicazione dell’«indicibile».
Ci sono già sinistre avvisaglie d’una imminente Fahrenheit 451. E non in nome del «politicamente corretto», ma dello «spiritualmente corretto» (quello «spiritualmente» dovendosi palesemente interpretare come “contro-spiritualmente”). Tuttavia di questo, se Dio vuole e finché vuole, si riparlerà. Quel che ora preme evidenziare, per chiudere, è la differenza tra un bavaglio scelto liberamente (su questioni eminentemente sovrumane) ed uno imposto con la forza, prima da mani umane su questioni umane e poi, fatalmente, 'ché così è scritto, da mani subumane su questioni sovrumane.

* L’origine diabolica di questa strategia è comprovabile da una semplice constatazione: quando le questioni relative all’invisibile erano competenza del solo prete, eravamo tutti capaci di [ed autorizzati a] metter bocca e metter mano su quel visibile che adesso è competenza esclusiva del meccanico, del carrozziere, dell’avvocato, del notaio, dell’idraulico, dell’elettricista, del medico (non quello generico, naturalmente), dell’assicuratore, del perito e così via, lungo un’interminabile lista dalla quale è escluso il solo prete, il solo tecnico specializzato ed autorizzato a metter bocca e mano su quell’invisibile che oggi è satanicamente delegato al fai-da-te del singolo. Chissà se quest'ultimo si sente autorizzato ad assumere anche il ruolo dell'esorcista? Tutto ciò, a non insister troppo sulla sempre crescente inettitudine di noi moderni (di cui s'è scritto anche qui), fomentata a bella posta. Basti pensare, per aggiungere un nome all’elenco precedente, al macellaio (il cui esercizio, a sua volta, dipende da un mattatoio). Pochi di noi, oggi, sarebbero capaci di tirare il collo ad una gallina.