Quel che apparenta gran parte dei produttori il cosiddetto «spam» è la labilità. La si chiami inconsistenza, volubilità, leggerezza, menefreghismo, inaffidabilità, la si pensi causata dall'eccesso di stimoli ("un post al giorno leva il medico di torno", "i commenti son come le ciliegie, 'ché l'uno tira l'altro") o dall'obiettivo scadimento della qualità umana di quest'ultimo quarto di girotondo, sta di fatto che ci stiamo volatilizzando come gli atomi di quel visionario di un Democrito.*
Naturalmente neppure chi scrive è esente da questa malattia, che si potrebbe anche definire pura e semplice disintegrazione di un individuo che, lungi dall'essere indivisibile, come vorrebbe l'etimo di
«atomo», avendo perso il proprio centro di autoaggregazione, di volta in volta si sfalda in sotto-personalità sempre più parziali (e perciò sempre più infantili).
Se chi scrive ne fosse esente, dicevamo, come potrebbe diagnosticarla, questa malattia?
Chi non ha mai sniffato non può riconoscere uno sniffatore. Come è noto, la differenza che passa tra lo stare in groppa a un quadrupede e lo stargli dietro è che in questo caso l'ultimo tanfo non è mai solo a Parigi.


* Visionario, si diceva. Prima inventò l'esistenza del vuoto, ovvero la presenza di una assenza, poi quella del caso. Si può ben dire che la modernità l'ha partorita lui, fecondato artificialmente come fu da chissà quale venticello graveolente. Come ci si può immaginare il vuoto? Nel peggiore dei casi, se sei orbo, puoi dire che non vedi di che cosa è pieno, quello che tu chiami vuoto. Il Corano (XIII, 11) spiega che "ci sono angeli sia davanti che di dietro ad ogni uomo" e il Profeta aggiunge - riferisce Jabir, riportato da Tabarani - che "non c'è neppure un palmo, né di terra, né di cielo, che non sia occupato da un angelo in piedi, in ginocchio o prosternato".