Grembiule o grembiale, ovvero sparagrembo (da parare e gremium, "grembo", quest'ultimo a sua volta dal sanscrito garbh/grabh, "tenere" o "contenere"), donde - per esempio - l'inglese [to] grab, lo slavo grebe ("feto") e il nostro brefo, è "quel panno che s'adopra a protezione della cavità tra l'ombelico e i ginocchi d'una persona seduta e nel quale le nutrici tengono i loro bambini". Così il glorioso Tommaseo-Bellini. Ma, oltre alle nutrici, anche gli artigiani si servono del grembiule, vuoi a tutela degli indumenti sottostanti, vuoi per salvare dalla perdizione chiodi, viti, trucioli, frammenti dell'oggetto su cui si sta lavorando e insomma qualunque cosa decida di assumere vita propria e spiccare il volo verso l'ignoto.
Al riguardo ci si può interrogare circa la maggiore o minore mascolinità del grembiule, per il che viene in mente l'indovinello in cui ci si domanda perché, al cader di qualcosa in grembo, il maschio chiuda le gambe e la femmina le apra.* Quel che è certo, in ogni caso, attiene alle valenze simboliche del grembiule come tipico accessorio d'arte e di mestiere: laboriosa umiltà, dal lavare stoviglie al pelar patate come dall'intagliare il legno allo scalpellare la pietra. Anche l'evangelista (Giovanni, XIII, 4-5) dice che Gesù "si alzò da tavola, depose le vesti e, preso un asciugatoio, se lo cinse attorno alla vita; poi, versata dell'acqua in un catino, cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l'asciugatoio di cui si era cinto".


* La cosa, per Achille in quel di Sciro, sarebbe stata risolutiva come l'espediente delle armi. Ma l'uso dei pantaloni - per i maschi - era meno frequente, all'epoca. D'altronde anche oggi san Pantaleone, eponimo del capo di vestiario suddetto, è patrono indifferentemente di maschi, femmine e meticci. A proposito di Achille (che, in quelle circostanze, era soprannominato dalle sue compagne Pirra, cioè "[dalla chioma] rossa") metterà conto parlare, prima o poi, della carnagione dei cosiddetti «popoli del mare», nelle pitture egizie talvolta presentati con occhi chiari e capelli biondi.

Anche la Massoneria annovera il grembiule, tra i suoi accessorii rituali. L'esser tale grembiule in pelle d'agnello aggiunge all'umile laboriosità suddetta, oltre all'innocenza sacrificale già adombrata nel riferimento evangelico, l'allusione alla tunica di pelle (Genesi, III, 21) nella quale siamo caduti, che costrinse il maschio a lavorare nel sudore (con un grembiule buono a proteggere il petto e ad asciugar la fronte) e la femmina a partorire nel dolore. Inoltre va detto che "grembiule", in francese è tablier, termine alquanto polisemico, nel suo svariare dal letterale "tavolato" e perciò "ponte" (il costruttore del quale è per l'appunto il pontefice) al metaforico "mestiere" (rendre son tablier stando per "dimettersi").* In inglese, invece, "grembiule" è apron, da napron, a sua volta from old french naperon "small table-cloth", diminutive of nappe "cloth", from latin mappa,** "napkin", usato anche metaforicamente (apron-string tenure was in reference to property held in virtue of one's wife, or during her lifetime only).


* Curiosamente, ancora in francese, quando qualcosa infastidisce è detta aller comme un tablier à une vache basique, oppure - sempre colloquialmente - che sta comme des guêtres à un lapin (laddove le "ghette" rappresentano un impaccio, al "coniglio", ma anche una protezione). È superfluo evidenziare come le ghette (guêtres) e, ad esempio, i sovra-pantaloni in cuoio del cowboy (chaps), non siano che variazioni sul tema del grembiule.

** Quanto detto poc'anzi, circa il detergere la fronte, sottolinea le caratteristiche 'attive' del grembiule (implicite nell'asciugare i piedi degli apostoli), in aggiunta a quelle 'passive', cioè difensive. Ne fa fede, a proposito del latino mappa, il napoletano mappina, termine che designa una valida alternativa al grembiule, ovvero lo strofinaccio, pezzuola servizievole e senza pretese, oltre che versatile, specifica per arginare tracimazioni d'olio, tamponare perdite d'acqua, cancellare schizzi di sugo, nettàre pentole e fornelli, nonché, all'occorrenza, assorbire l'essudato di nuca e ascelle. Per inciso, l'uso disinvolto della mappina è causa frequente di lite tra chi scrive e la sua signora. Tornando al napoletano, anni addietro poteva capitare di sentir canticchiare una filastrocca ispirata al trittico «omm' 'e panza, paranza e parannanza», laddove il primo termine allude al massone, il secondo alla barca del pescatore [d'uomini e no] e la terza al grembiule.

Per finire, visto che un altro sinonimo dell'abito in questione è "tovagliolo" (napkin), quindi "bavaglino", come non pensare al bavaglio ammutolente ogni esoterista che si rispetti? Muto e pertanto mite, in ossequio all'agnello della cui pelle è fatto il grembiulino. Incaprettato, allora, oltre che imbavagliato, come le pudenda coperte dal grembiule. E potrebbe entrare nel giro anche Matteo (XIX, 12), con coloro "che si sono fatti eunuchi per il regno dei cieli". In tal modo all'umiltà proposta da Giovanni si aggiungerebbe la castità, evidenziata sia dal candore del grembiule massonico che dalla sua composizione. L'agnocasto?