Definire il mondo come volontà e rappresentazione, verità che suona bene anche in tedesco (die welt als wille und vorstellung), è assioma tradizionale tuttora vivo nel parlare quotidiano, se è vero che diciamo - per quanto riguarda la rappresentazione - che "non è bello quel che è bello, ma è bello quel che piace", ergo - per quanto riguarda la volontà - vogliamo quel che piace.
Arthur Schopenhauer, imbevuto com'era di cultura tradizionale, intitolò così la sua opera più nota. Pur passando per ateo, infatti, l'autore di questa e di altre pubblicazioni quali L'arte di ottener ragione, L'arte di invecchiare, L'arte di trattar le donne, L'arte di insultare, L'arte di conoscere se stessi, L'arte di essere felici, L'arte di farsi rispettare e L'arte della musica, volle morire con le Upanishad sul petto. Dire che il mondo (o la realtà) è semplicemente la rappresentazione che Tizio si fa del mondo (o della realtà), diversa da quella di Caio e da quella di Sempronio, equivale a dire che l'unico a veder le cose per quel che sono - e non per quel che sembrano - è appunto l'Unico.
Ora, premesso che vorstellung si può tradurre anche come "nozione", "concetto", "percezione", "immagine" e "dimostrazione",* nonché "proiezione",** ne consegue che la volontà (il wille, il volere) dipende strettamente dalla rappresentazione o visione [del mondo, dell'esistenza, di se stesso, dell'altro e degli altri]. Che significa?


* Il che dimostra che quod erat demonstrandum viene dimostrato solo al dimostratore ed a chi ripone fiducia in quest'ultimo.

** La proiezione, uno dei cardini della psicoanalisi (scienza che, come ogni scienza, per quanto moderna, qualcosa di buono non può non averla), insegna che il proiettare sull'esterno quel che si ha al proprio interno - in una sorta di magia inconscia - è operazione molto efficace. In altri termini, forme di autosuggestione quali la paranoia incidono obiettivamente sulle circostanze. In altri termini, la fantasia modifica la realtà. In altri termini, l'amore e l'odio virtuali generano rispettivamente amore ed odio concreti. Per tornare alla tradizione (ed a Schopenauer), questo è il concetto di maya, "illusione". Ma l'illusione ha una forza che sarebbe sbagliato sottovalutare.

Significa che, ad esempio, vivere poveramente, ma non sentirsi povero, equivale a non esser povero. La mia vita (= il mondo) non mi sembra (= rappresentazione) povera, sicché non desidero (= volontà) cambiarla. Significa inoltre che «vivere poveramente» è un'espressione sensata, per chi abbia ambizioni mondane, solo in rapporto a coloro il cui conto corrente bancario è più pingue del suo: come scrive Uriel Fanelli, "il ceto medio negli altri paesi [della UE] inizia da 250.000 euro/anno; in Italia ci si considera «ceto medio» a partire dai 50.000 (il che è un assurdo, visto che il costo della vita non è cinque volte minore)".*
Sicché è politicamente più fruttuoso intervenire sulla rappresentazione, anziché sulla volontà, dei sudditi. "Il mondo della pubblicità - continua Uriel Fanelli - definendo una casa di periferia come «immersa nel verde», una casa rumorosa in una zona urbana dal traffico infernale come [situata in una] «prestigiosa posizione centrale» e il vostro cellulare come un capolavoro michelangiolesco, anziché un prodotto in serie fatto in Cina" serve appunto a non far sentir povero chi vive poveramente.


* Vogliamo sperare che il titolare del blog Kein pfusch si riferisca al lordo, anziché al netto, perché altrimenti chi scrive, pur cumulando il suo stipendio a quello della di lui [sventurata] consorte, non appartiene al ceto medio italiano. D'altra parte, chi non ha ambizioni mondane reputa vivere poveramente - e miserabilmente - anche chi dispone di un reddito più alto.

Pubblicità, cioè informazione. Commerciale o no che sia, l'informazione è [una più o meno abile] persuasione. Per quanto l'eloquenza di oggi possa far ridere, se rapportata a quella classica, bisogna umilmente ammettere che neppure noi possiamo paragonarci ad un Attilio Regolo o ad un Muzio Scevola. 
"Ricordate il luglio del 2011 - commenta Sergio Di Cori Modigliani, nel suo bel blog La casa degli italiani esuli in patria - quando l'allora ministro della Difesa Ignazio La Russa si sperticava alla tivvù nell'esaltare e celebrare l'uso da parte dell'Italia di «bombe intelligenti» sganciate sulla popolazione libica? Erano intelligenti, sì, per chi le buttava, non per chi stava sotto a vedersele piovere in testa. Ma la voce dei cittadini di Tripoli non contava, e nessuno l'ha mai sentita".
La rappresentazione del mondo, insomma, fa il mondo. Certo, volendo, uno può farsi un'altra rappresentazione, magari rovesciando di 180° tutto quel che legge sui giornali, ma sempre di rappresentazione si tratta. È vero che l'orwelliana neolingua capovolge ogni affermazione (ministro della Difesa [del "patrio suolo" afgano, libico, iracheno, libanese, jugoslavo, ecc.]? guerra umanitaria? Grillo come Hitler?), ma è anche vero che si tratta di un abuso ben collaudato (il «grido di dolore», il «posto al sole» e nefandezze simili). Si potrebbe del resto dire che il buon senso vada solo contro-senso: "Ecco, vi mando come agnelli in mezzo ai lupi" (Luca, X, 3).
"A questo serve la cupola mediatica - continua Sergio Di Cori Modigliani - nella società attuale dell'alta tecnologia: a non farvi capire che vi hanno dichiarato guerra, e non si fermeranno finchè non la vincono o non la perdono. La vittoria dell'attuale classe politica dirigente e la criminalità organizzata che detta loro l'agenda degli affari consiste nell'affermare il principio collettivo per cui i cittadini sono sudditi passivi, il cui compito consiste nel pagare tasse e godersi la vita con giocattoli di consumo accessibili alla massa: tablet, 800 canali tivvù, spettacoli di vario genere, la possibilità di viaggiare a costi minimi, [insomma] consumare prodotti che loro producono. Basta. È l'unica cosa che vogliono: che voi li votiate, così loro seguiteranno a sterminare le vostre anime. Voi dovete lavorare alle loro condizioni, pagare le tasse che loro impongono, entrare nella mentalità della sopravvivenza (ringraziando quindi il cielo se siete ancora vivi e avete anche un tetto che vi protegge dalle intemperie), accettare eventi, accadimenti e persone inconcepibili in una situazione di pace.* [...] Nell'edizione cartacea de Il Fatto Quotidiano di oggi, Marco Travaglio presenta l'elenco di persone impresentabili (indagate, condannate, inseguite dalla Giustizia) candidate in Forza Italia, nel PD, nel Nuovo Centro Destra, in Lista Civica, in Fratelli d'Italia. I giornalisti li intervistano, chiedono le loro opinioni, li promuovono, e in tal modo contribuiscono a diffondere l'idea che tutto ciò sia normale. Così accade che, su Rainews24, la capogruppo del partito di Alfano, Nunzia de Girolamo, presentandosi come paladina del buon governo, dichiari che «magari fossimo come la Gran Bretagna», dimenticando che, se fossimo come la Gran Bretagna, lei sarebbe stata costretta a ritirarsi a vita privata per sempre. Capita così che un certo Magdi Allam, nato e cresciuto in Egitto da genitori egiziani e nonni egiziani e kenyoti, sia candidato nella lista Fratelli d'Italia con lo slogan 'Gli italiani prima'. Capita che un folto gruppo di aderenti a SEL, che si sono gettati dentro la Lista Tsipras, dichiarino e sostengano la propria distanza da Vendola perchè vogliosi di appoggiare ufficialmente Matteo Renzi e sostenere il PD, partito contro il quale sostengono di combattere nella sezione europea".
* A conferma dell'attuale stato di [non dichiarata] belligeranza tra sudditi e potere, in Europa e dintorni, si possono citare le recenti affermazioni di un economista francese di spicco, il quale dice: a) che, circa il deliberato impoverimento materiale e spirituale degli europei, "vous pouvez trouver ce processus non démocratique, mais il faut constater que les créations de nations se sont toujours faites dans la douleur"; b) a proposito del progressivo esautoramento degli stati nazionali, ovvero della cosiddetta «reazione a catena di Monnet», che quest'ultima "est probablement préférable à la conquête violente"; c) in merito al probabile successo elettorale di un movimento contrario all'ingestione dei cavoletti di Bruxelles, che "la prochaine étape du processus sera peut-être de voir un gouvernement national extrêmiste arriver au pouvoir sur un programme anti-européen, pour se casser les dents et constater qu'il n'a d'autre choix que d'avaler sa chique et de faire ce qu'on lui dit, comme l'ont fait tant d'autres avant lui". In definitiva, secondo Alexandre Delaigue (tale è il nome del suddetto economista, le cui dichiarazioni dobbiamo al blog Francetvinfo), "l'euro est un formidable succès".

Fantasie? Mania di persecuzione, da parte della vittima, e delirio d'onnipotenza, da parte del boia? Può darsi.
Ma saremo giudicati per le nostre fantasie, oltre che per le nostre azioni: "Chi guarda una donna con desiderio ha già peccato con lei [solo guardandola]" (Matteo, V, 28).