C'è un versetto della sura Le formiche, il quarantesimo, che ci ha sempre colpito. Quando Salomone interroga i suoi, circa chi di loro sia in grado di portargli il trono della regina di Saba, dopo un demone (che assicura di poterlo fare prima che il re si sia levato in piedi), si fa avanti "uno che conosceva il Libro", il quale in un batter d'occhi fa comparire il trono.
Ergo, il Corano (o, meglio, il Protolibro delle tre religioni abramiche) c'era già, prima che venisse rivelato al Profeta. E qualcuno, già al tempo di Salomone, ne era a conoscenza.



Assolutamente incongrua, rispetto a quanto sopra, è la figura biblica dello sfortunato Uria, che qui citiamo solo perché fu l'inconsapevole causa della nascita di Salomone. Tuttavia l'episodio che riguarda la bella Betsabea è stato pretesto ed alibi, nell'arco di secoli, di non pochi nudi femminili a voyeur dei quali si deve immaginare re Davide. Tra questi, quello di Cornelis van Haarlem (vedi), di Giovanni Battista Naldini (vedi), di Jean Léon Gerome (vedi), di Hans Memling (vedi) e di Artemisia Gentileschi (vedi), pittrice non aliena dall'osé veterotestamentario (come in - vedi - questa Susanna) e donna, soprannominata non a caso «Arte mi sia gentil esca», dal pittoresco itinerario esistenziale.

A congedo da questo post, partito dal tabernacolo ed arrivato alla taverna (nel malcelato intento di mostrare che siamo capaci, noi moderni, di vedere solo le piccolezze degli antichi), proponiamo un altro esempio di pornografia biblica, scritto da un Peppe «er tosto» che, pur non disdegnando il piccolo, era ancora capace di vedere il grande.
"Cor su’ bravo bordone a manimanca, | du’ pellegrini, a or d'Avemmaria, | cercaveno indov’era l’osteria, | perché uno aveva male ad una cianca. | Ce se ’ncontra er sor Lotte e je spalanca | er portone, dicenno: 'A casa mia'. | E loro je risposeno: 'Per dia, | dimani sarai fíjo dell’oca bianca'.* | Quelli ereno du’ angeli, fratello, | che, ar vedelli passà', li ghimorrini | se 'ntésero addrizzà' tutti l’ucello. | E arrivonno a strillà', fiji de mulo: | 'Lotte, mànnece giú li pellegrini, | 'ché ce serveno a noi pe' daje 'n culo'".

* "Il figlio dell’oca bianca è «l’esente privilegiato da un danno comune»". [n.d.a.]