Abbiamo accennato (qui) al föhn come "[vento del] fauno", con tutte le sue indesiderabili caratteristiche; altrove, ai verbi latini horreo e horresco, applicabili anche al terrore indotto dall'apparizione (fàneia, donde epifania) del divino; infine, si è ricordata l'equivalenza tra il Pushan indù, il Pan greco ed il Faunus latino, divinità boschive e silvestri soppiantate, nei pantheon successivi, da figure mitologiche in minor simbiosi con la natura. Meglio, con la Natura. In questo senso ora vorremmo parlare, stante l'annuncio funebre di cui parla Plutarco nel suo De defectu oraculorum,* della scomparsa del timor panicus, o phanicus.


* In quest'opera dal titolo emblematico si narra, tra l'altro, della morte di Pan. Come apprendiamo dalla Wikipedia, Eusebio di Cesarea la fa coincidere con l'avvento di Cristo, il che, vista la 'modernità' del cristianesimo, sembra inoppugnabile. Anche l'evangelista - ad esempio Marco, VIII, 11 - afferma che "questa generazione non avrà alcun segno", tranne quello finale [e purtroppo tardivo].

Come seguendo la traccia fonetica P-PH non è difficile stabilire un collegamento tra Pan e Faunus, così il panico si fonde col fanico (la paura inspiegabile ed immotivata spiegandosi e motivandosi con l'irruzione del sovrumano). D'altra parte il sovrumano, inteso come non corporeo, ma suscettibile di assumere aspetto corporeo, può manifestarsi in un incredibile numero di forme, gradevoli e sgradevoli. E la sua natura, ad onta dell'aspetto, può essere sia benigna che maligna (il che giustifica l'estrema cautela ecclesiastica, in merito). Non a caso il fanum latino è sacrum,* aggettivo che sta sia per "sacro" che per "esecrabile". Tali apparizioni erano abbastanza frequenti, in illo tempore.

* Sacrofano, comune in provincia di Roma, già luogo etrusco di culto, esemplifica bene il concetto. Sul lemma «fano» si potrebbe fantasticare non poco, ma ora ci limitiamo a segnalare il ben documentato fan[atic] inglese ("insane person", from latin fanaticus, "mad", "enthusiastic", "inspired by a god", originally "pertaining to a temple" [from fanum, "temple"]) ed il più incerto fané francese ("secco", "vizzo"), utilizzato anche al posto del colloquiale foutu, che - nella locuzione au refrain fâné - diventa sinonimo di "eterno" (nel senso di "ricorrente", "ciclico").

Ma questo era vero allora, quando i confini tra minerale, vegetale ed animale (ivi compreso l'uomo), erano labili ed osmotici, quando le pietre si esprimevano nella lingua degli uccelli, i corsi d'acqua si animavano, gli alberi prendevano forma umana e viceversa. O quando gli uomini lottavano con gli angeli. Tempi passati, che è inutile rimpiangere. Tutto sommato, facciamo bene a non crederci,* o a riderci su (vedi), perché, gracili come siamo, il contatto col super o con l'infra-umano annichilirebbe noi moderni. In altre parole (chi stavolta scrive appartenendo al genere femminile), i sussulti della pizia dell'altro ieri sono diventati prima gli spasmi della tarantolata di ieri e poi le convulsioni dell'indemoniata d'oggi.

* Al riguardo la posizione freudiana è sintomatica, nel suo ridurre il non cosciente al solo subcosciente e nell'ignorare il sovracosciente. In fondo, anche questa è una protezione contro il timor panicus (ormai declassato a mera ansietà). Sempre a proposito di Freud - e di Pan, la cui omofonia col "tutto" greco non può esser casuale - va citato Hillman, suo epigono, che considera il dio dal piede caprino il dio della masturbazione. Ora, sarà che i tempi sono cambiati e che Saturno, defenestrato dall'Olimpo, s'è ridotto a fare il satiro, se non il satana, ma è un po' avvilente interpretare tutto come erotismo e tutto l'erotismo come auto-erotismo. In tema di 'freudalesimo' (che altrove abbiamo definito «freudolenza»), il regime contemporaneo dell'abiezione vige anche nella Wikipedia, che, nella pagina dedicata a Sacrofano, propone l'etimo 'scrofano'. D'altra parte il pregio-difetto di questa enciclopedia è che chiunque possa mettervi mano.

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A proposito del fantasticare, c'è da aggiungere che l'etimologia corre spesso il rischio di trasformarsi in etimopatia. Diciamo questo perché la voce fan, nel già citato Online Etymology Dictionary di Douglas Harper (che si coglie l'occazione per ringraziare), dà la stura alle più suggestive associazioni. In perfetta sintonia con quanto sopra, ne elenchiamo di seguito alcune.


Fancied (adj.): "imaginary," 1560s, past participle adjective from fancy (v.).
Fanciful (adj.): 1620s, from fancy (n.) + ful.
Fancy (n.): mid-15c., contraction of fantasy, it took the older and longer word's sense of "inclination", "whim", "desire"; meaning "fans of an amusement or sport, collectively" is attested by 1735, especially (though not originally) of the prize ring; the adjective is recorded from mid-18c.
Fancy (v.): "take a liking to", 1540s, a contraction of "to fantasize (about)", from fantasy (n.); meaning "to imagine" is from 1550s.
Fancy-free (adj.): "free from the trammels of love," 1580s, from fancy (n.) + free (adj.).
Fane (n.): "weathercock," late 14c., from old english fana, "flag", "banner", from proto-germanic fanon (old frisian fana, gothic fana, "piece of cloth", old high german fano, german fahne, "flag", "standard"); possibly cognate with latin pannus, "piece of cloth" (see pane).
Fanny (n.): [...].
Fantasy (n.): early 14c., "illusory appearance", from old french fantaisie (14c.), "vision", "imagination", from latin phantasia, from greek phantasia, "appearance", "image", "perception", "imagination", from phantazesthai, "picture to oneself", from phantos, "visible", from phainesthai, "appear", in late greek "to imagine", "to have visions," related to phaos, phos, "light", phainein, "to show", "to bring to light" (see phantasm); sense of "whimsical notion", "illusion" is pre-1400, followed by that of "imagination", which is first attested 1530s.
Infant (n.): late 14c., "child during earliest period of life", from latin infantem (nominative infans), "young child", "babe in arms", noun use of adjective meaning "not able to speak," from in ("not") + fans, present participle of fari, "to speak"; as an adjective, 1580s, from the noun.
Nefandous (adj.): "not to be spoken of", 1630s, from latin nefandus, "unmentionable", "impious", "heinous", from ne-fandus, gerundive of fari.*
Profane (adj.): mid-15c., "un-ecclesiastical", "secular", from old french profane (12c.) and directly from latin profanus, "unholy", "not consecrated", from pro fano, "not admitted into the temple", literally "out in front of the temple", from pro ("before") + fano, ablative of fanum, "temple"; sense of "unholy", "polluted" is recorded from c.1500.
Tiffany (n.): "type of thin", "transparent fabric", c.1600; earlier a common name for the festival of the Epiphany (early 14c.; in anglo-french from late 13c.), from old french tifinie, tiphanie, "epiphany" (c.1200), from late latin theophania, "theophany", another name for the Epiphany, from greek theophania "the manifestation of a god" (see theophany).


* Va da sé che non trattasi del "parlare" comune, bensì della pronuncia rituale delle appropriate 'formule magiche' (anche Varrone spiegando fanum come quod fando consacratur). In questo senso, a rigore, «nefando» è sia chi non è autorizzato all'uso di tali formule, sia chi non le recita correttamente, sia - infine - chi dice qualcosa dell'indicibile (vale a dire, per restare in ambito 'panico', spiffera in pubblico quanto è spifferabile solo in privato). Naturalmente con ciò non vogliamo dire che 'fante' sia il solo sacerdote (e che 'infante' sia sinonimo di profano). Può darsi che fosse così, olim. Certo è che oggi, per noi cristiani, è più che mai valido l'adagio che invita a scherzare coi fanti ed a lasciar stare i santi.
Intorno a Pan, continua qui.