Come si viaggia avanti e dietro nello spazio, così può farsi nel tempo. Ron Hubbard - in Ritorno al passato (1950) - affermò addirittura che procedere [alla velocità della luce] nello spazio equivale a retrocedere nel tempo.
Comunque sia, per viaggiare Aldous Huxley utilizzava gli allucinogeni, (Il mondo nuovo, 1932), Edward Bellamy si serviva dell'ipnosi (Uno sguardo dal 2000, 1888), Robert Graves profittava dei sogni (Sette giorni a Nuova Creta, 1949), H.G. Wells inforcava la sua time machine (La macchina del tempo, 1895) e Narciso F. Pelosini esorcizzava l'incubo di addormentarsi nel granducato di Toscana e svegliarsi nel regno d'Italia, scrivendo Maestro Domenico (1871).*
Per viaggiare nel tempo, a Maria Valtorta bastò la malattia.


* Dobbiamo a G. de Turris (Il viaggio nel tempo in letteratura) ed al sito La Runa questi riferimenti bibliografici, l'ultimo dei quali lascia pensare che, se fu un incubo il regno, cosa sarebbe stata la repubblica?

Dal cap. I del suo L'Evangelo come mi è stato rivelato trascriviamo quanto segue. "È Maria, una Maria piccolina che potrebbe dormire fra il cerchio di braccia di un fanciullo, una Maria lunga al massimo quanto un braccio, una testolina di avorio tinto di rosa tenue e dalle labbruzze di carminio, che non piangono già più, ma fanno l'istintivo atto di succhiare, così piccine che non si sa come faranno a prendere un capezzolo, un nasetto minuto fra due gotine tonde e, quando stuzzicandola le fanno aprire gli occhietti, due pezzettini di cielo, due puntini innocenti e azzurri che guardano, e non vedono, fra ciglia sottili e di un biondo quasi roseo, tanto è biondo. Anche i capellucci sulla testolina tonda hanno la velatura roseo-bionda di certi mieli che sono quasi bianchi. Per orecchie, due conchigliette rosee e trasparenti, perfette. E per manine ... cosa sono quelle due cosine che annaspano per l'aria e poi vanno alla bocca? Chiuse come ora, due bocci di rosa borraccina che abbiano fenduto il verde dei sepali e sporgano la loro seta di rosa tenue; aperte come ora, due gioiellini d'avorio appena rosato, di alabastro appena rosato, con cinque pallide granate per unghiette. Come faranno quelle manine ad asciugare tanto pianto? E i piedini? Dove sono? Per ora sono solo uno zampettio nascosto fra i lini. Ma ecco che la parente si siede e la scopre ... I piedini. Lunghi un quattro centimetri, hanno per pianta una conchiglia corallata, per dorso una conchiglia di neve venata d'azzurro, per ditine dei capolavori di scultura lillipuziana, anche loro coronate di piccole scaglie di granata pallida. Ma come si troveranno sandaletti, quando quei piedini di bambola faranno i primi passi, tanto piccini da poter stare su quei piedini? E come faranno quei piedini a fare tanto aspro cammino e sorreggere tanto dolore sotto una croce? Ma ora questo non si sa, e si ride e sorride del suo annaspare e sgambettare, delle belle gambette tornite, delle cosce minute che fanno fossette e braccialetti tanto sono grassottelle, della pancina, una coppa capovolta, del piccolo torace perfetto sotto la cui seta candida si vede il moto del respiro e certo si ode, se, come fa il padre felice ora, vi si appoggia la bocca ad un bacio, battere un cuoricino. Un cuoricino che è il più bello che ha la terra nei secoli dei secoli, l'unico cuore immacolato d'uomo. E la schiena? Ecco che la rivoltano, e si vede la falcatura delle reni e poi le spalle grassottelle e la nuca rosea così forte che, ecco, la testolina si alza sull'arco delle vertebre minute, e pare il capino di un uccello che scruti intorno il mondo nuovo che vede, e ha un gridino di protesta per esser così mostrata, Lei, pura e casta, agli occhi di tanti, Lei che uomo non vedrà mai più nuda, la Vergine santa ed immacolata.
[...] EccoLa di nuovo fra i lini e fra le braccia del padre terreno, cui somiglia. Non ora. Ora è un abbozzo d'uomo. Dico che gli somiglia fatta donna. Della madre non ha nulla. Del padre il colore della pelle e degli occhi, e certo anche dei capelli che, se ora sono bianchi, in gioventù erano certo biondi come lo dicono le sopracciglia; del padre le fattezze, rese più perfette e gentili per esser Lei donna, e quella Donna; del padre il sorriso e lo sguardo e il modo di muoversi e la statura. Pensando a Gesù, come Lo vedo, trovo che Anna ha dato la sua statura al Nipote e il colore più avorio carico della pelle. Mentre Maria non ha quell'imponenza di Anna, una palma alta e flessuosa, ma ha la gentilezza del padre".