Il simbolo di Venere è un rosario. Il salvifico figlio di Ishtar (Easter) nasce da un uovo, in concomitanza con l’equinozio di primavera e, pertanto, col solare segno dell’Ariete/Agnello (l’ovino di Pasqua). La nascita di Cristo, nel segno solstiziale del Capricorno, coincide con l’antichissima ed universale festività del sol invictus. La Pasqua cristiana ricorre nel primo plenilunio successivo all'equinozio di primavera - data in cui gli egizii festeggiavano la resurrezione di Osiride - ed il "carnevale" (carrus navalis) commemora l'annuale varo della barca di Iside, detta dai romani Navigium Isidis, la cui navigazione lungo il Tevere era seguita da un'esultante folla in maschera. Che cosa lega tra loro l’Ariete ed il Capricorno (oltre l’ovinità), se non Marte, martello e martire, sangue e sacrificio, insomma sacrum facere? Il palindromo mayam accomuna, anche per chi ermetista non è, la madre di Ermes, quella di Budda e quella di Gesù. Il mantello azzurro della Vergine raffigura la mandorla alchemica, il luz biblico e la kundalini vedica. Il segno della Vergine rappresenta l’unico caso zodiacale della coincidenza di domicilio ed esaltazione di un pianeta (Mercurio, appunto). La devi-deva indù e la donna “di luna e di sole” dell’Apocalisse presentano le stesse caratteristiche androgine.
Lo stolto, quando viene messo al corrente di curiosità come quelle testé citate, sogghigna. "Fellone" (dall’arabo fellah o, forse, dal latino fellator) com'è, vi trova la conferma d’un sospetto instillatogli con torbida astuzia: «il cristianesimo non è originale». Conferma fallace di un sospetto fallace, perché «originale» significa “conforme alle origini”. In tal senso, il cristianesimo è autenticamente originale e la sua fedeltà a quella “sapienza divina, misteriosa, che è rimasta nascosta, e che Dio ha preordinato prima dei secoli” (cfr. Prima lettera ai corinzii, II, 7) è testimoniata, tramite Abramo, dallo stesso Melchìsedek.* 

“Questo Melchìsedek - spiega ancora san Paolo (nella Lettera agli ebrei, VII, 1-7) - infatti, re di Salem, sacerdote del Dio Altissimo, andò incontro ad Abramo [...], lo benedisse e Abramo gli diede la decima di ogni cosa. Il suo nome tradotto significa 're di giustizia' [...]. Egli è senza padre, senza madre, senza genealogia, senza principio di giorni né fine di vita, fatto simile al Figlio di Dio e rimane sacerdote in eterno. Considerate pertanto quanto sia grande costui, al quale Abramo, il patriarca, diede la decima. Ora, senza dubbio, è l'inferiore che è benedetto dal superiore”.

* Come Melki Tsedèq ("re di giustizia") incontra Abramo, così il re-mago Melki Or (“re di luce”; meno certe sembrano le traduzioni dei nomi di Gaspare e Baldassarre) si reca a rendere omaggio a Gesù. Di Melchìsedek s'è riparlato qui.