La croce. Collegando le estremità dell'asse orizzontale al vertice, si ottiene un triangolo. O una A. Viceversa, un triangolo rovesciato, una V.* 

Unendo la base dei due triangoli si ottiene un rombo, ovvero una trottola. Unendo i vertici dei due triangoli, una clessidra.** Sovrapponendo i due triangoli, il sigillo di Salomone.
* Cioè una U. In ogni caso 5, in numeri romani.

** Una X, quindi 10 (la totalità della Manifestazione). D'altra parte il dittongo AU si pronuncia O, cioè zero (il Nulla, il Non-essere, l'Immanifesto).

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Chi viene prima, nella trilogia platonica del Vero, del Bello e del Buono? Plotino, che amava definirsi mero chiosatore di Platone, non aveva alcun dubbio: l'1 precede il 2 e il 3. Tuttavia, se la A iniziale fosse privativa, il 3 (αγαθός) potrebbe rivelarsi più affine all'1 (αληθής), rispetto al 2 (καλός).* Eppure noi umani, troppo vicini alla base del triangolo (il vertice della Verità sembrando irraggiungibile), siamo affascinati dalla Bellezza, nelle sue innumerevoli, caleidoscopiche epifanie, più che dalla Bontà.

* Ma l'alfa non ha valenze negative, nel caso dell'agathòs (i prefissi aga - donde anche àgape - ed eu più o meno equivalendosi). Alethès, invece, è da a-lanthàno ("non nascondo", "rendo manifesto"). Se ne è riparlato qui.

Da questo punto di vista, molto terreno e molto moderno, si comprende il motivo dell'esaltazione della bruttezza artistica (pittorica, architettonica, musicale, letteraria, ecc.), l'aggressione satanica al Vero non potendo compiersi direttamente, cioè in prima istanza. Per l'angelo maligno è infatti più facile erodere prima l'angolo bello e poi l'angolo benigno, del triangolo: da ciò l'elogio del difforme e del diverso, la celebrazione del [poeta] maledetto e del [pittore] tormentato, l'accondiscendenza (compassione iniziale e complicità finale) verso il malvagio, tutti atteggiamenti moderni, vuoi nella storia rivisitata e vuoi nella cronaca.
In tal modo, soppressa all'alba la differenza tra il bello e il brutto, al mezzogiorno la differenza tra il buono e il cattivo, al tramonto si potrà pensare di sopprimere la differenza tra il vero ed il falso.


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È abbastanza frustrante il rendersi conto di come qualcosa, detta con le migliori intenzioni, possa venir intesa esattamente al contrario. Ciò è dimostrabile con le parole precedenti, nelle quali s'è deplorata la tolleranza verso il brutto ed il cattivo, atteggiamento che invece è evangelicamente raccomandato.* Ma altrettanto può dirsi nei confronti di ogni debolezza umana, che da un lato va accettata e sopportata (ma non incoraggiata) e dall'altro combattuta. Il «pensiero debole», insomma, è un bene o un male a seconda della prospettiva: un bene se ci si rapporta al divino, un male se si confronta col diabolico.

* Bisognerebbe peraltro precisare che il buon cristiano, come il buon buddista, è tenuto a perdonare il peccatore, non il peccato.