C'è il meticcio spurio, alla Mario Tchou (di madre e padre entrambi cinesi, ma nato in Italia),* ed il meticcio canonico, alla Kalergi. Quest'ultimo, allergico com'era al concetto di patria, vagheggiava un mondo di apolidi simile a quello d'oggi.** Non a caso, infatti, il premio omonimo è stato recentemente assegnato prima a van Rompuy e poi alla Merkel, i paladini europei dell'immigrazione.
* Nobile figura, peraltro, cattolicissimo braccio destro del grande 'eporediese-puteolano' Olivetti. Si fa cenno alla religione perché una delle idee fisse dell'ateo è il taglio delle radici - siano queste paterne, patriottiche, patristiche o patriarcali - dal parricidio freudiano all'Emilio (nel quale si auspicava la soppressione lessicale del termine «patria») del Rousseau citato sotto.
** Invidia, schadenfreude, proiezione, freudolenza o manìa di prosecuzione che si voglia, nel presente caso consiste nel dire "meticcio io, meticcî tutti" (ovvero «muoia Sansone, ma con tutti i filistei»). Di schadenfreude abbiamo parlato anche qui.